I risultati altalenanti di tutti i suoi avversari fanno sì che l’azzurro comandi la classifica che deciderà chi andrà alle Finals di Torino

Una mancanza di continuità spaventosa. Se per anni gli appassionati del tennis sono stati abituati ad una costanza mostruosa da parte dei top al mondo, da qualche anno questa tendenza è del tutto cambiata. E la domanda che si rincorre è quindi questa: erano delle “macchine” i giocatori della precedente generazione, oppure sono estremamente scostanti quelli odierni? La verità, come sempre, sta nel mezzo. L’epoca dei Big Three, va detto, deve considerarsi irripetibile e come in ogni altra disciplina i supercampioni alzano il livello generale della contesa, così che i vari Wawrinka, Murray, Berdych, Del Potro (al netto degli infortuni) hanno raggiunto vette di gioco che probabilmente oggi non toccherebbero. Ma l’altro lato della medaglia è allarmante.
Da Alcaraz a Zverev, passando per le meteore e i big in declino: manca costanza

Certamente il periodo negativo maggiormente sotto i riflettori è quello di Carlos Alcaraz. Il rivale numero 1 di Jannik Sinner ha deluso ampiamente in questo Sunshine Double, dove ci si aspettava che potesse recuperare tanti punti in classifica vista l’assenza dell’azzurro. E invece dopo il ko in semifinale a Indian Wells (dove arrivava da due successi negli ultimi due anni) è uscito addirittura al primo match a Miami contro Goffin. Stesso discorso anche per Zverev: il tedesco non aveva molti punti da difendere e con delle buone prestazioni si sarebbe avvicinato sensibilmente alla vetta del ranking. E invece prima l’uscita di scena al secondo turno contro Griekspoor ad Indian Wells e poi quella agli ottavi di finale contro Fils a Miami hanno riportato Sasha alla realtà. C’è poi chi eccelle in un torneo e poi si scioglie a quello successivo: è il caso di Jack Draper trionfatore in California e out al primo match in Florida contro Mensik. E poi ci sono i “big” o comunque i giocatori che hanno occupato saldamente una posizione in top ten per anni che stanno avendo una netta flessione (come Rublev, Tsitsipas e De Minaur) o addirittura una vera e propria caduta libera come Medvedev.
Sinner primo della Race con un solo torneo

Tutti questi risultati sono poi lo specchio dei numeri, che come sempre sono insindacabili. E quello che emerge, essendo ormai a fine marzo, è qualcosa di incredibile: Jannik Sinner è primo nella race avendo disputato un solo torneo in questo 2025. La Race è una classifica che tiene conto dei risultati ottenuti nel corso dell’anno solare dai singoli giocatori. I punti, quindi, sono quelli conquistati dal 1° gennaio a oggi e non nelle ultime 52 settimane come nel ranking Atp. Al termine dell’anno i migliori otto della Race ottengono il pass per le Finals. Bene, con i 2.000 punti conquistati con il trionfo all’Australian Open, Jannik è al comando anche di questa speciale classifica.
Zverev secondo ma disputando sette tornei
Quello che fa impressione è che il secondo posto è occupato da Zverev che ha collezionato finora 1.665 punti, ossia più di 300 in meno dell’azzurro, disputando però ben sette tornei. Proprio questo è lo specchio del momento e dell‘involuzione che sta avendo il tennis con un vero e proprio appiattimento dei valori. E se da un lato l’incertezza su chi può aggiudicarsi un torneo può essere intrigante, dall’altro si vedono costantemente partite costellate di errori e con pochi colpi d’autore ai quali si era abituati negli scorsi anni. La continuità mostrata da Sinner e la sua capacità di essere sempre centrato può garantirgli di dominare il circuito per anni. Il che non è sicuramente un male per lui e per il tennis italiano, ma lo è per il movimento in generale. Così si rischia di perdere appeal.