Accuse per l’ATP, l’associazione di Djokovic e Pospisil porta gli organi del tennis in tribunale

La Professional Tennis Players, associazione fondata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil, porta l’ATP in tribunale: quali sono le accuse?

L’associazione fondata dai tennisti Novak Djokovic e Vasek Pospisil, sindacato che tutela tutti i tennisti, si scontra con l’ATP Tour, il circuito professionistico mondiale di tennis maschile, ma anche contro la WTA, relativa al tennis femminile, l’ITF, la Federazione Internazionale di Tennis, e l’ITIA Tennis, l’organizzazione che provvede all’integrità delle regole. Per quale motivo?

Novak Djokovic in divisa bianca a Wimbledon
Novak Djokovic in divisa bianca a Wimbledon (Sportnews.eu)

La Professional Tennis Players Association dei due tennisti convoca tutti gli organi che gestiscono il tennis mondiale nel tribunale di New York, e lo fa portando in aula un accusa di ben 163 pagine. Un corposo documento attraverso il quale si chiede un processo alla Corte Distrettuale degli USA, per mettere in tavola tutte le carte: dai test antidoping alle partite truccate, dai diritti di immagine alla classifica, per arrivare al calendario dei tornei dai ritmi massacranti.

Organi del tennis mondiale sotto accusa: l’associazione di Nole e Pospisil porta l’ATP in tribunale

Sono tantissimi gli argomenti trattati nel documento depositato presso il tribunale di New York, con la PTPA dei due tennisti che preannuncia azioni legali contro gli organi competenti, con l’obiettivo di far rivedere tante regole e di ridurre i ritmi di gioco non più sostenibili. L’accusa principale, però, resta quella secondo cui gli organi sfrutterebbero i giocatori per un tornaconto personale.

Tutto il sistema del tennis mondiale sarebbe corrotto e marcio, e danneggerebbe i tennisti, i tifosi e lo sport in generale. Di tutti i giocatori, dodici si sarebbero accodati alle accuse della PTPA: oltre ai due fondatori, anche Nick Kyrgios, Reilly Opelka e Sorana Cirstea. Tale accusa, pesantissima, obbligherà i vertici a rivedere le normative e a sottoporre questo sport a importanti modifiche?

Djokovic sfida i fischi del pubblico
Djokovic sfida i fischi del pubblico (Sportnews.eu)

L’associazione ha sentito le dichiarazioni di 250 tennisti, impegnati nei vari tour in giro per il mondo, e tutti hanno espresso il desiderio di cambiare qualcosa all’interno del tennis. Un punto essenziale sul quale ci si è soffermati riguarda la corruzione dilagante all’interno di questo mondo, con l’accusa di stipulare accordi tra organizzatori di tornei per far fuori la concorrenza, con tanti altri paesi e città che vorrebbero organizzare tornei, ma che non possono farlo.

Le accuse dell’associazione: ritmi serrati, premi troppo bassi, invasione della privacy. La risposta dell’ATP

Altra accusa riguarda i premi in denaro fissati, considerati troppo bassi rispetto ai campioni di altri sport. E poi ci sono i criteri che regolano il ranking, tramite assegnazione di punti, un sistema definito “draconiano”, quindi fin troppo rigido. Il calendario dei match poi è massacrante, i periodi di riposo sono pochi e i giocatori si fanno spesso male. Inoltre, i tennisti giocano con temperature proibitive, altre volte giocano ore, finendo il match a notte fonde.

Novak Djokovic concentrato durante un match
Novak Djokovic concentrato durante un match (Sportnews.eu)

Ma non solo, perché i tennisti sono obbligati a concedere diritti sul proprio nome e sulla propria immagine, senza ricavare un guadagno. Infine, il tema antidoping, che comporta grande stress e grande pressione psicologica, utilizzando anche metodologie poco ortodosse, come quella di requisire telefonini senza consenso, di fare interrogatori senza rappresentanza legale, di convocare gli sportivi anche nel cuore della notte per sottoporli a esami.

Insomma, si viola la privacy. Ma l’ATP come risponde alle accuse? L’organo principale si difende, affermando di aver sempre garantito diritti a tutti gli sportivi, ampliando i premi, e quindi anche le vincite, premendo per una maggiore trasparenza e consentendo ai giocatori di partecipare o meno, senza obblighi, ai vari tornei. Dunque, l’ATP rifiuta fermamente le accuse fatte dalla PTPA.

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