Anche l’ex nuotatore ha detto la sua sul caso Clostebol che ha tenuto banco nelle ultime settimane e non si è risparmiato qualche stilettata
E’ stato sicuramente il tema principale dell’ultimo mese a livello sportivo. Il patteggiamento che Jannik Sinner ha firmato con la Wada, conclusosi con una squalifica di tre mesi al numero 1 del mondo, ha fatto molto discutere. Se da un lato è stato appurato che il tennista italiano non era a conoscenza dell’utilizzo del Clostebol e che, essendo stato rilevato in piccolissima parte, non ha alterato in alcun modo le sue prestazioni, dall’altro molti tennisti del circuito hanno preso le distante da questa squalifica “soft” in relazione ad altri episodi simili avvenuti nel passato. Sinner è stato punito solamente per dover rispondere alla negligenza del suo staff, di cui lui è responsabile.
Il patteggiamento ha creato diverse polemiche nel circuito con alcuni giocatori che hanno espresso il loro dissenso in relazione ad una punizione considerata leggera visti i precedenti che hanno coinvolto altri tennisti. C’è stato però anche chi ha preso le difese di Sinner (ultimo nell’ordine di tempo Casper Ruud) dicendo che l’italiano è assolutamente incolpevole. Anche Toni Nadal, zio ed ex allenatore di Rafa, si è schierato al fianco del numero 1 al mondo dicendo di essere contrario alla sua squalifica. La questione è stata di portata talmente ampia, però, che anche al di fuori del mondo tennistico in molti hanno espresso il loro pensiero. Uno di questi è stato Filippo Magnini.
L’ex nuotatore si è espresso sul caso Sinner durante il podcast MVP (Most Valuable Podcast) dove ha ricordato la sua non positiva esperienza con la giustizia sportiva per un accusa di doping, affermando che il n°1 ATP abbia ricevuto un trattamento di favore. Il 43enne di Pesaro ha sottolineato come ci sia stata molta rapidità nella sentenza in favore di Sinner, ricordando come nel suo caso furono necessari ben più anni: “Ha probabilmente avuto un po’ un trattamento particolare ed è inutile negarlo. Ha avuto la positività martedì e mercoledì ha avuto la sentenza. Io ho aspettato 8 anni, ho iniziato il processo nel 2017 e ho vinto il 27 febbraio 2020, tre anni dopo, e a oggi sto ancora aspettando il risarcimento danni. Non voglio entrare nel tecnicismo, positivo una volta, due volte…sicuramente ha avuto un trattamento un po’ di favore”.
Il due volte campione del mondo nello stile libero ha però ammesso che nelle sue affermazioni c’è un po’ d’invidia, anche per il trattamento che il tennista ha ricevuto dai media, ben diverso da quello a lui riservato ai tempi dell’accusa di tentato doping da cui poi venne assolto: “Forse lo dico con un po’ d’invidia perché lo avrei voluto anche io. Perché io durante i tre anni in cui si svolto il processo sono stato trattato come un appestato, non potevo entrare nelle piscine affiliate alla federazione, nonostante non fossi colpevole e non ci fosse stata ancora la sentenza. Sinner è stato protetto, giustamente, anche dalla stampa, mentre a me hanno massacrato”.