Donald Trump ha battuto Kamala Harris ed è tornato a essere presidente USA: nel suo passato, c’è anche il wrestling.
Oltre il 51% delle preferenze complessive, più di cinque milioni di voti di differenza dalla sua avversaria, la democratica Kamala Harris, ma soprattutto quella che si profila come una larga maggioranza tra i grandi elettori: il 47esimo presidente degli USA sarà Donald Trump, ed è un ritorno alla Casa Bianca, di cui era stato il primo inquilino già dal 2017 al 2021.
Trump era il favorito della vigilia, quotato a 1.50 dai bookmakers, e Trump ha trionfato, forte tra l’altro dell’appoggio di Elon Musk, l’uomo che si è rivelato essere il più potente al mondo e che non ha lesinato anche colpi bassi nei confronti degli avversari democratici, pur di vincere la sfida. Forse pesano soltanto i numeri: troppo abbondante si è rivelato essere il distacco tra i due principali contendenti.
Donald Trump torna così dopo appena tre anni dal suo arrivederci alla Casa Bianca a essere il politico più importante del Pianeta Terra, colui che è ora chiamato a dare risposte non solo al popolo americano, ma anche in materia di politica estera, visti i tanti conflitti aperti in giro per il mondo, a partire dall’occupazione militare di Israele nella Striscia di Gaza e dal conflitto russo-ucraino.
Nel passato di Trump, in più occasioni, è entrato il mondo dello sport, a partire dagli attacchi di Maradona, per passare alla querelle con la calciatrice Megan Rapinoe. Ma se l’industria del cinema di Hollywood e gran parte del mondo delle popstar si è schierato apertamente con Kamala Harris, un grande supporto a Donald Trump è arrivato proprio dal mondo dello sport.
Tra gli endorsement, c’è quello di Caitlyn Jenner, il personaggio televisivo che prima della transizione era Bruce Jenner e ha vinto un oro olimpico nel decathlon, ma anche quello di Alexi Lalas, leggenda del soccer e meteora del calcio in Italia con il Padova negli anni Novanta. Anche da Mike Tyson è arrivato un clamoroso appoggio al tycoon ed ex presidente ora rieletto. E poi c’è il mondo del wrestling.
Personaggi che hanno fatto la storia di questa disciplina tra anni Ottanta e Novanta, come Undertaker, ma soprattutto Hulk Hogan, che si è letteralmente strappato le vesti per Trump, hanno sostenuto il candidato repubblicano, che col wrestling ha anche un certo feeling che arriva dal passato e che fa sempre discutere. Il rapporto di Donald Trump con Vince McMahon e la WWE si è evoluto nel corso di decenni.
Tutto ha inizio alla fine degli anni Ottanta quando la sua Trump Plaza ad Atlantic City, nel New Jersey, ospitò due WrestleMania consecutive. Il tycoon sponsorizzò poi il mitico match tra Hulk Hogan e Macho Man Randy Savage. Questi eventi hanno consacrato Trump come una figura di spicco nel mondo del wrestling, ma è stato soprattutto il rapporto con Vince McMahon a essere caratterizzante.
L’immagine iconica di questo rapporto di amore e odio con il boss della WWE è quella di Donald Trump rade la testa di McMahon dopo aver vinto la cosiddetta “Battaglia dei milionari” nel 2007 a Detroit, in un Ford Field tutto esaurito e senza spazio di fatto neanche per uno spillo. Trump e McMahon scelsero un wrestler per rappresentarli in un incontro, con la clausola che il miliardario perdente avrebbe avuto la testa rasata.
Il rappresentante di Trump, Bobby Lashley, ha vinto l’incontro contro il rappresentante di McMahon, Umaga e il resto è storia nota: le immagini mostrano McMahon seduto al centro del ring col wrestler che rappresentava il tycoon USA e l’arbitro che lo tengono fermo, mentre c’è Donald Trump che – tagliacapelli in pugno – esegue la rasatura.