L’Inter ha perso inaspettatamente il derby contro il Milan e il suo capitano è ancora a secco in questa stagione: arrivano le critiche
Il derby della rinascita del Milan è, contestualmente, anche quello del ridimensionamento dell’Inter. I nerazzurri, dopo sei stracittadine vinte consecutivamente, perdono quello in cui, alla vigilia, erano maggiormente favoriti. Fonseca era praticamente all’ultima chiamata: dopo la brutta figura in Champions contro il Liverpool, una nuova sconfitta contro gli odiati nemici lo avrebbe di fatto esonerato. E invece il tecnico portoghese ha prima sorpreso tutti con un 4-4-2 molto offensivo e la doppia punta pesante (Abraham e Morata) e poi ha ampiamente meritato la vittoria grazie ad un secondo tempo eccezionale.
Male, invece, l’Inter che non è riuscita a pungere, se non di rabbia, dopo il vantaggio iniziale di Pulisic. Nella ripresa sono stati rarissimi i pericoli creati alla porta di Maignan. Non solo stanchezza, anche tanta imprecisione e un pizzico di presunzione hanno inciso sul risultato finale.
Oltre alla sconfitta, più pesante al momento per il morale che per la classifica, un’altra questione tiene banco tra i campioni d’Italia: l’astinenza al gol di Lautaro Martinez. Il capitano è ancora a secco in questa stagione sia in campionato che in Champions ed è sicuramente lontano dalla sua forma migliore. Da marzo, il capocannoniere della passata Serie A, ha segnato solamente un gol, sintomo che il suo rendimento rispetto alla prima parte della scorsa stagione è cambiato notevolmente.
Pur essendo stato il capocannoniere della Coppa America che la sua Argentina ha vinto in estate, al ritorno a Milano il Toro ha faticato molto, dimostrando di non essere ancora in condizione. La sostituzione a Monza e la panchina inziale contro il Manchester City sono state due scelte forti da parte di Inzaghi che vede il giocatore tutta la settimana e comprende che non sia al massimo.
Ma anche lo stesso argentino è consapevole di poter dare di più e lo ha ribadito al termine del derby: “Lavorare, lavorare, lavorare: serve questo. Bisogna abbassare la testa e pedalare, alzare il livello: io per primo, da capitano. Sento le responsabilità addosso e oggi non abbiamo fatto quanto preparato, approcciando male la partita”. Sul suo momento negativo poi è stato chiaro: “So che sono in ritardo rispetto all’anno scorso. Ma sarò il primo ad arrivare ad Appiano, zitto, per aiutare la squadra“.
Ora ci sarà una settimana piena di lavoro per preparare al meglio la trasferta di Udine di sabato pomeriggio: l’Inter, che ha vinto solamente due delle prime cinque partite di questo campionato, deve assolutamente tornare alla vittoria e per farlo ha bisogno anche dei gol del suo capitano.