Il calcio mondiale in lutto per la morte di Gigi Riva, l’ex centravanti del Cagliari e della Nazionale italiana è scomparso ieri all’età di 79 anni.
Ci sono giornate che segnano la storia, come quella di ieri quando il calcio è l’Italia intera hanno detto addio all’ex calciatore Gigi Riva che si è spento all’ospedale di Cagliari, dove era stato ricoverato in seguito ad un malore.
Il monumento del calcio italiano se n’è andato all’età di 79 anni in un freddo pomeriggio d’inverno nella sua Cagliari, dove era arrivato più di mezzo secolo fa quando di anni ne aveva 18. Riva è stato bandiera della squadra del capoluogo sardo: in carriera, dopo quella del Legnano, club in cui ha disputato una sola stagione, ha indossato solo la maglia rossoblù quella della nazionale azzurra.
È morto ieri, lunedì 22 gennaio, lo storico attaccante italiano Gigi Riva che era stato ricoverato in ospedale a Cagliari nella giornata di domenica dopo un malore. Il quadro clinico è precipitato improvvisamente nelle ore successive e l’ex calciatore è spirato.
Riva era nato il 7 novembre del 1944 a Leggiuno, un piccolo centro della provincia di Varese sulle rive del Lago Maggiore, dove iniziò a coltivare la sua passione per il calcio giocando nei campetti del paese per poi essere inserito nelle giovani del Laveno Mombello e successivamente in quelle del Legnano che decise di promuoverlo in prima squadra. Con il Legnano esordì in Serie C nel 1962 e l’anno successivo venne acquistato dal Cagliari. In Sardegna Riva iniziò ad affastellare i suoi ricordi, dopo quelli di un’infanzia difficile, trascorsa per lo più in collegio, legandosi indissolubilmente a quella che inizialmente sembrava essere un’isola sperduta nel Mediterraneo e dove non avrebbe voluto trasferirsi.
Qui, giunto in punta di piedi, è diventato uomo, calciatore e leggenda, ma anche simbolo di un popolo a caccia di riscatto cucendosi addosso la maglia rossoblù divenuta per lui una seconda pelle. Sin da subito, le sue eccellenti prestazioni lasciarono il segno trascinando il Cagliari alla sua prima storica promozione in Serie A, nel 1964. Il 12 aprile del 1970 l’apoteosi con la conquista dello Scudetto, l’unico ed indimenticabile nella bacheca della società rossoblù che prima dell’arrivo del centravanti non aveva mai neanche giocato nella massima serie.
Fisico da granatiere, ma agile come una pantera e concreto sotto porta, caratteristiche che gli valsero il soprannome di “Rombo di tuono”, Riva divenne l’incubo di ogni difesa ed oggetto del desiderio delle più importanti società italiane che provarono più volte a strapparlo ai sardi, senza mai riuscirci: Gigi rifiutò ogni proposta per rimanere nella sua amata Cagliari. Il gol il suo mestiere: 164, di cui 156 in Serie A, quelli con indosso la maglia della società sarda. In acrobazia, di testa dopo stacchi imperiosi in area di rigore, dalla distanza, da fermo, Riva era in grado di centrare il bersaglio in ogni modo scatenando i tifosi.
Oltre al Cagliari, per “Rombo di tuono” c’è stato un altro grande amore calcistico: la Nazionale italiana con cui ha vinto un Europeo da calciatore nel 1968 ed un Mondiale da dirigente nel 2006.
L’esordio con la Nazionale il 27 giugno 1965, all’età di 20 anni, quando il ct Edmondo Fabbri decise di mandarlo in campo durante l’amichevole contro l’Ungheria, era la prima volta che un calciatore del Cagliari indossava la maglia azzurra. Tre anni più tardi, la vittoria dell’Europeo (quello passato alla storia per la “monetina”). Nella ripetizione della finale contro la Jugoslavia, Riva siglò il momentaneo 1-0 battendo il portiere avversario da distanza ravvicinata.
Nel 1970, al Mondiale in Messico, il centravanti del Cagliari realizzò tre marcature, una delle quali durante la storica semifinale contro la Germania: un diagonale rasoterra velenoso che portò gli Azzurri sul momentaneo 3-2 nei tempi supplementari. Ad oggi, con 35 reti in 42 presenze, Riva rappresenta il marcatore più prolifico della storia della Nazionale italiana di cui è stato anche dirigente per oltre due decenni, dal 1987 al 2013.
Leggenda dentro e fuori dal campo, “Rombo di tuono” ha segnato un’epoca ed è stato un vero e proprio esempio per molti altri calciatori: il calcio italiano non ha mai avuto un erede di Riva e, probabilmente, mai lo avrà. Ciao Gigi.