Il meccanico di F1 è una delle figure fondamentali del Circus ma al tempo stesso di cui si sa meno, a partire da quanto guadagna
Si è da poco concluso il Mondiale di Formula 1 edizione 2024. Un mondiale che, per la terza volta consecutiva, ha visto il trionfo di Max Verstappen. Il nuovo “cannibale” del Circus. Un campione che, di fatto, ha scalzato la dittatura di Lewis Hamilton a sua volta “dittatore” per sei dei sette mondiali precedenti.
Di fatto, se sommiamo anche i quattro anni di Vettel ed i cinque di Schumacher nei primi anni Duemila possiamo dire, senza ombra di dubbio, che la Formula Uno del XXI secolo si configura come una competizione si spettacolare e ad altissimo livello tecnologico ma con un rischio insito.
Quello di vedere meno competizione di quanto sarebbe giusto, di quanto sarebbe necessario di quanto sarebbe bello vedere. E non è un caso se negli ultimi anni si sono introdotte tutta una serie di novità a partire dalle varie tipologie di qualifiche. Ma tornare ai tempi dei grandi duelli tipo quello tra Senna e Prost, e Mansell o quelli tra Lauda e Hunt, e Fittipaldi sembra ancora una chimera.
Quanto guadagno un meccanico di F1: le cifre
Un solo fattore resta invece sempre attuale, sempre moderno e sempre decisivo a qualunque latitudine con qualsiasi competizione e con qualsiasi tipo di auto o pilota. Parliamo, ovviamente, del meccanico una figura mitica, decisiva, di cui si sa davvero troppo poco rispetto al ruolo che riveste e all’importanza che riveste il proprio ruolo. In particolare, su quanto viene retribuito, su quali sono i passaggi necessari alla formazione della figura professionale.
Per non tacere del livello di stress e difficoltà di agire, e non è un modo di dire, a 300 chilometri all’ora. Proviamo a sviscerarli nel dettaglio usando come base il contratto collettivo nazionale di categoria. Se un meccanico di officina ha uno stipendio medio che si aggira sui 1600 euro al mese un meccanico di Formula 1, con almeno quindici anni di anzianità, può toccare anche i 5000 euro netti.
Questo frutto è l’effetto del combinato disposto delle formazione specifica (la laurea in ingegneria meccanica è un requisito necessario) ma anche degli anni di apprendistato passati nelle officine delle serie minori. Quanto allo stress poco da dire, basti pensare al rischio, costante, di trovarsi sulle traiettorie di bolidi che viaggiano, in frenata, a 140-150 chilometri l’ora. Basta questo dato a giustificare le cifre.