Adolescenti, troppo tempo sui social network? Svelato cosa accade al benessere mentale: assurdo

Gli adolescenti passano ore ed ore sui social network o comunque connessi, troppo tempo: vediamo insieme le conseguenze deleterie sul loro benessere

adolescente e i social
Adolescente connesso (Sportnews.eu)

Le generazioni sono state catalogate e identificate secondo precisi parametri che codificano un gruppo di individui vissuti in uno stesso periodo storico. Il fatto di essere nati in un determinato tempo, a cavallo di specifici anni ed aver vissuto i medesimi eventi, determina una condivisione di modi di vivere e di intendere.

Le generazioni

adolescenti sul web
adolescenti (Sportnews.eu)

Sintetizzando sei anche ciò che vivi e le ultime generazioni ne sono una prova lampante. La generazione X è quella nata tra il 1965 e il 1980, ha vissuto Chernobyl e il buco dell’ozono, la televisione a colori e l’ingresso nel digitale. La generazione Y nata tra 1981 e il 1996 è la prima ad essere multiculturale e immersa nel digitale, affettuosamente chiamati Millennials

La generazione Z è quella nata tra il 1997 e il 2012 con lo smartphone in mano. Figli della generazione X, sono i primi individui a godere da subito dell’accesso ad internet e questo ha determinato la loro dimestichezza con il mondo tecnologico e digitale.

I social network

Gli adolescenti di oggi dunque sono nati con la rete a disposizione e l’esplosione del mondo dei social. Per loro il mondo è fatto principalmente da ciò che trovano sul web e sono stati esposti ad una quantità significativa di tecnologia sin dalla loro infanzia e quindi ne sono completamente affascinati.

Sul web sono esplosi i social network, piattaforme virtuali dove è possibile condividere tutto, pensieri, opinioni, foto, le proprie vite. Con il proliferare dei social sono anche comparse nuove figure, i cosiddetti influencer o youtuber, che abilmente cavalcano il trend sfruttando la rete a fini commerciali diventando i nuovi idoli.

E i ragazzi li seguono, li imitano e soprattutto li prendono ad esempio. Per cui è tutto un postare di continuo ogni momento della giornata, ogni cosa che venga considerata condivisibile con gli altri. L‘iscrizione ad almeno tre piattaforme è il numero minimo a cui tendono i teenagers e quindi il tempo che passano su di esse è molto elevato.

Se viene chiesto loro il motivo della scelta di seguire una pagina piuttosto che un’altra si limitano a rispondere “perché è famoso”. Il 73% continua quella che è da considerare una vera e propria immersione sui social media, come ci spiega la Repubblica. Un utilizzo passivo, preoccupante che spesso li porta ad avere comportamenti nella vita reale come minimo discutibili. Purtroppo alcuni rischiano di venirne risucchiati e di sviluppare una vera e propria dipendenza con potenziali rischi per la salute mentale.

La sottovalutazione di questa situazione potrebbe essere davvero pericolosa per alcuni. E’ necessario quindi interagire con loro, senza vietarne l’uso, ma aiutandoli a diventare più consapevoli dei limiti intrinsechi che il virtuale ha, attraverso una sorta di educazione digitale, che deve essere attivata sin dalla prima infanzia. Ridimensionare il mondo del digitale per quello che è: un’enorme opportunità al nostro servizio e non il contrario.

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