Mangiare la pasta a dieta non si può, ma si deve anche fare. Il trucco sta tutto nel capire come e quanto mangiarne. Ecco i consigli utili.
Mangiare pasta a dieta? È arrivato il momento di riabilitarla e non solo la regina della nostra cucina, vanno riabilitati un po’ tutti i carboidrati che fanno parte di quei macro-nutrienti che dobbiamo assumere ogni giorni (insieme a proteine e grassi, ndr). Mangiare pasta quando si segue una dieta dimagrante, quindi, non solo si può ma proprio di dovrebbe, e questo non vuol dire non riuscire a perdere peso.
Il trucco e il punto sta tutto nel come e quando si mangia la pasta. Intanto se si segue una dieta dimagrante è sempre bene ricordarsi che bisogna farsi seguire da nutrizionisti e/o dietologi, esperti che riescono a capire meglio tutte quelle variabili che influenzano la perdita di peso -dalla sedentarietà, alla presenza di eventuali patologie fino alla tipologia di attività fisica che si pratica- e che di conseguenza possono darci le giuste indicazioni. In linea generale però è bene sapere che anche a dieta si possono mangiare fino a 80 g di pasta alla volta, bisogna però capire come abbinare ai diversi menù quotidiani, oltre che ingredienti, questa quantità di pasta.
Mangiare la pasta di per sé, quindi, non fa ingrassare né tanto meno impedisce la perdita di peso, il punto sta tutto nell’imparare a cucinarla. Abbiamo già visto le dosi consigliate -il range può comunque variare e passare dai 50 ai 100 g, per questo è importante seguire le direttive degli esperti- ma al di là di questo altro fattore che rende la pasta e i carboidrati nostri alleati è la cottura. La pasta deve essere al dente e soprattutto non essere mangiata troppo calda. Questi accorgimenti aiutano a ridurre la quantità e la velocità di carboidrati contenuti dalla pasta.
Altra cosa che non va demonizzata è il condimento, anzi è meglio un piatto di pasta con maggiore condimento e meno presenza di carboidrati. Questo vuol dire che i sughi non sono un elemento negativo, ma anzi rappresentano un modo per arricchire il piatto senza esagerare con l’assunzione del macronutriente. Sono particolarmente utili, poi, i condimenti preparati con le verdure, la cui presenza di fibre aumenta il senso di sazietà e ci spinge a volere meno pasta.
Altro punto da non demonizzare è il consumo di pasta la sera, anzi sono sempre di più i nutrizionisti che consigliano questa fascia oraria perché a pranzo si fa maggiore la necessità di proteine. Se mangiata di sera però è meglio prediligere quelle tipologie di pasta con più basso indice glicemico ovvero non la classica pasta di grano duro ma, per esempio, quella integrale.