Tutti sappiamo che lo sport può incidere positivamente sulla salute mentale, ma vi siete mai chiesti perché? Lo spiega una famosa psicologa.
Che lo sport faccia bene alla salute non è certo un segreto. Che incida sulla salute psicologica, oltre che su quella fisica, neanche. Tuttavia non sempre ci è chiaro come ciò si realizza.
La connessione tra attività fisica e salute mentale è profonda e molto sfaccettata. In un recente articolo pubblicato dalla Fondazione Humanitas la dottoressa Elisa Morrone, psicologa e psicoterapeuta, ha cercato di spiegare come tale connessione si sviluppa. Come ha tenuto ha precisare, ciò avviene indipendentemente dal tipo di attività che si fa. Non è dunque necessario essere degli agonisti per trarre beneficio psicologico dallo sport praticato.
Vediamo dunque perché secondo la psicologa lo sport può essere considerato una vera e propria terapia mentale.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’esercizio fisico agisce come uno stimolante mentale per il cervello. Il rilascio di sostanze chimiche come la serotonina e l’adrenalina durante l’attività fisica contribuisce a migliorare notevolmente l’umore. Inoltre il movimento stimola la produzione di endorfine, che sono i principali analgesici naturali del corpo. In tal modo si abbattono più facilmente i livelli di stress e l’umore tende a stabilizzarsi.
La dottoressa Morrone precisa che gli impatti positivi dello sport non si limitano solo al benessere del singolo, ma si estendono anche al suo ambito sociale. La partecipazione agli sport di squadra infatti aiuta a sviluppare caratteristiche come la resilienza e l’empatia, che si rivelano molto importanti anche nella vita di tutti i giorni. L’attività fisica, se ben praticata, può anche migliorare l’autostima e la fiducia in se stessi, portando a quella che possiamo chiamare “auto-affermazione”. In questo processo, l’individuo prende coscienza di sé e si riconosce, proprio sulla base di quello che sa fare.
A livello di sviluppo cognitivo, lo sport migliora la concentrazione e la creatività. Esso richiede un impegno mentale che permette di sviluppare capacità di problem solving. Se praticato in team porta a migliorare il proprio coordinamento con gli altri, sia nel pensiero che nell’azione.
Peri pazienti che soffrono di depressione, l’attività fisica emerge come un alleato significativo. Studi recenti hanno confrontato gli effetti di un antidepressivo, la fluoxetina, sull’attività cerebrale con quelli dell’attività fisica. È emerso che entrambi stimolano l’attività neurone dell’ippocampo, migliorando la neurogenesi ed influenzando dunque positivamente la gestione delle emozioni.
Anche se lo sport non può essere considerato al 100% una forma di terapia, esso può dunque essere affiancato a terapie di tipo farmacologico o psicoanalitico per ottenere il massimo risultato. La sua efficacia risiede nella combinazione di benefici fisici e psicologici, che permettono di applicare un approccio olistico al problema che si vuole andare a risolvere.
Ricordate però che quando si tratta di ridurre lo stress attraverso l’esercizio fisico, non esiste una formula universale. La quantità di attività fisica necessaria varia da persona a persona e da condizione a condizione. Una semplice passeggiata da 30 minuti può essere sufficiente per molti, ma è importante evitare eccessi e rispettare i limiti del proprio organismo.