Succede di nuovo, le regole cambiano la classifica finale di un Gran premio. Oggi parliamo del GP degli Stati Uniti.
La situazione dei track limits è oramai sfuggita di mano sia alla federazione che alle scuderie, ribaltando spesso il risultato finale degli arrivi al traguardo. Un tema spinoso che costituisce un filo molto sottile fra giusto e sbagliato. Il regolamento non ammette nessun tipo di taglio in pista, come giustamente deve essere, ma per non permettere che venga fatto sono state stabilite delle regole che con il passare del tempo sono diventate sempre più stringenti.
Questo ovviamente non vuole denigrare il regolamento, tanto meno il tema dei track limits, ma porre un dubbio sul sistema che si è instaurato. Lo abbiamo visto in Austria, con una pioggia di bandiere bianco nere per track limits. Una situazione che pone la domanda, è il regolamento troppo stringente che non permette più la libera corsa o la modifica delle auto e dello stile di guida, con piste ferme quasi alla loro originaria forma, limita la guida del pilota? Una domanda importante che nel pubblico della Formula 1 serpeggia e che, ad ora, non sembra avere risposta.
Ad ora, quello che vediamo, sono richieste continue di scuderie per controllare i track limits dei piloti post gara. Questo succede con la scuderia Haas per il GP disputato ad Austin. La scuderia, infatti, richiede un controllo sui track limiti presenti in curva 6, dove, a dire dalla scuderia, il controllo è stato disatteso e molti piloti hanno potuto superare il limite dettato dal regolamento. Una mossa di valore morale immaginerete, ma non è propriamente così.
Infatti se l’obiezione verrà accolta, Hulkemberg, pilota della scuderia Haas, entrerebbe in zona punti, grazie ai nomi che verrebbero penalizzati. Questa è una scelta presa dalla scuderia non solo per i “pochi” punti che prenderebbe quest’ultima ed il pilota, ma anche per il valore simbolico di riuscire a portare la scuderia USA a punti proprio ad Austin. La denuncia fatta dalla scuderia coinvolge vari piloti e scuderie, fra cui Sergio Perez (Red Bull), Alex Albon e Logan Sargeant (entrambi Williams racing), ed infine Lance Stroll (Aston Martin).
Le scuderie, quindi, richiamate all’appello dalla FIA sono Red Bull, Williams e Aston Martin che si presenteranno insieme alla Haas per difendersi dalle accuse mosse. Nel caso in cui tutto questo macchinoso progetto della scuderia americana vada in porto, la classifica verrà ulteriormente modificata. Un motivo valido, alcuni penseranno, ma di certo sorge una domanda: se il regolamento è così stringente e le modifiche alla pista o al regolamento non vengono attuate, vedere una gara che poi, a traguardo raggiunto, cambia i risultati a negli uffici tecnici, vale la pena?