L’ex paparazzo è al centro della vicenda calcioscommesse: fu il primo a rivelare del problema di Fagioli e ha anticipato anche i nomi di Tonali e Zaniolo
Il calcio italiano è stato investito da un nuovo scandalo legato alle scommesse. Nell’arco di due giorni, infatti, si sono susseguite notizie clamorose che sembrano solamente l’inizio di un effetto valanga. La prima è stata quella legata a Nicolò Fagioli, accusato dalla Procura di Torino di aver scommesso su siti illegali su partite di calcio. I suoi avvocati hanno confermato e aggiunto che il giocatore si è autodenunciato alle autorità. E’ infatti vietato a qualsiasi sportivo di scommettere su eventi riguardanti la propria disciplina. Per questo il numero 44 della Juventus rischia una squalifica fino a tre anni.
Ma il nome del classe 2001 bianconero è stato solamente il primo di quella che potrebbe essere una lunga serie. Nella serata di ieri due agenti della polizia si sono recati al centro sportivo di Coverciano per consegnare un avviso di garanzia a Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. Entrambi sono indagati per lo stesso motivo di Fagioli: i due hanno lasciato il ritiro della Nazionale e sono ritornati ai propri club di appartenenza. Il filo conduttore di questa spiacevolissima vicenda è l’ex paparazzo Fabrizio Corona. Lo stesso Corona aveva anticipato un paio di mesi fa della problematica di Fagioli e dei rischi a cui sarebbe andato incontro. Ieri, inoltre, prima dell’arrivo della polizia a Coverciano, aveva rivelato i nomi di Tonali e Zaniolo come altri due indagati. E ora ha aggiunto che alle 14 svelerà un quarto nome: il calciatore che potrebbe essere investito dalla bufera dovrebbe essere della Roma.
L’ex paparazzo però ha lanciato una nuova bomba che potrebbe scombussolare il calcio italiano. Intervenuto a Sportitalia Corona ha messo in guardia i tifosi della Juventus: “Lo sapete che sono interista sfegatato ma non c’entra nulla. La Juve sapeva di Fagioli dal primo agosto, da quando l’ho detto io, tant’è vero che non l’ha portato alla tournée americana dicendo che era infortunato. Ha cercato di ripulirlo omettendo il tutto alle autorità giudiziarie. Questo è un reato da retrocessione. Allenatori e arbitri non sono coinvolti ma c’è di mezzo la criminalità. Se mi dovessero ammazzare, sarei contento perché sarebbe la fine di una grandissima storia”.