E se la nostra felicità fosse una questione di predisposizione genetica? Un nuovo test genetico può darci la risposta che cercavamo.
La ricerca della felicità accomuna gli esseri umani da tempo immemore, ma cosa indica veramente il termine felicità? Per alcuni viene descritta come una sensazione di appagamento e serenità che dipende dalle soddisfazioni personali, dalle relazioni che intessiamo con gli altri, dal raggiungimento di successi professionali e personali. La felicità può derivare infatti da numerosi fattori, non ultimo vivere una vita all’insegna del benessere psico-fisico. A livello biologico, invece, la felicità è lo stato d’animo prodotto da ormoni quali serotonina, comunemente noto appunto come l’ormone della felicità, e dopamina, responsabile delle sensazioni di appagamento e gratificazione.
Test genetico della felicità: alcuni soggetti vi sono più predisposti
Ma se la felicità è anche una questione ormonale, allora può dipendere dalla genetica? Secondo uno studio del London Medical Laboratory la risposta è sì. Studiando le variazioni del gene CNR1 e di due geni che svolgono un ruolo fondamentale nella produzione di serotonina e dopamina, infatti, gli scienziati hanno riscontrato una maggiore predisposizione alla felicità e alle emozioni positive nei soggetti che, sottoponendosi a un test genetico, hanno presentato tali variazioni.
In particolare, come ha affermato il dottor Avinash Hari Narayanan, responsabile clinico del laboratorio, “le variazioni di questo gene sono particolarmente associate a due dei cinque elementi costitutivi fondamentali del DNA, la timina e la citosina, e una recente ricerca della Public Library of Science ha rilevato delle differenze tra i portatori di allele citosina (CA) e i portatori di timina-timina (TT)“. Ebbene, i primi sarebbero predisposti a un livello di felicità più elevato.
Eudaimonia: da cosa dipende?
Tale studio non fa altro che confermare la natura complessa dell’essere umano: la felicità, a cui da sempre tendiamo, dipende non solo da fattori comportamentali e ambientali, ma anche psicologici e neuroscientifici. In questi termini si può dunque parlare di eudaimonia, parola greca usata da medici e scienziati per indicare lo stato di felicità derivante dalla commistione dei numerosi fattori a cui si è appena fatto riferimento nel testo.