Quanti limoni si possono mangiare? Ci sono tanti benefici, anche nella buccia ma in alcuni casi è meglio evitare il consumo: cosa sapere
Il limone è molto conosciuto non sono per motivi culinari. Oltre ad essere diffusamente utilizzato come condimento è noto anche in erboristeria per il suo tipico profumo ed aroma e per le qualità antiossidanti. È utilizzato anche per le tantissime proprietà contenute.
È forse l’agrume aspro più consumato, nonostante il suo sapore non proprio amabile. Ovviamente ciò è molto soggettivo considerando che ci sono anche persone che lo mangiano a spicchi come se fosse una male o un’arancia.
Cosa succede se si mangiano limoni tutti i giorni fa male? Oltre all’acqua, all’acido malico e all’acido citrico è composto da proteine e carboidrati. L’apporto calorico è molto basso, solo 15 calorie per ogni etto.
Tantissimi sono i sali minerali di cui è composto, zinco, potassio e magnesio, ottimi alleati del sistema immunitario, poi tante vitamine, in particolare la C; ne contiene più dell’arancia, a differenza di quanto si possa pensare.
Il limone contiene anche molto ferro e dunque consumarne un po’ ogni giorno non fa male. Per molti però c’è il problema dell’asprezza che si può ovviare con un po’ di zucchero oppure mischiarlo semplicemente con l’acqua.
Ha anche una grande azione ipotensiva, antiuricemica, antireumatica e una discreta azione diuretica. Gli effetti dell’acido citrico sono l’assorbimento del calcio nel duodeno.
Nella cucina moderna è vasto anche l’uso della buccia (che contiene oli essenziali come limonene, terpene, canfene, fellandrene e pinene) ad esempio nei primi piatti con nel risotto, aiutando la digestione proteggendo dai più comuni malanni di stagione. Importante anche l’azione battericida, antisettica, antimicotica e antifebbrile.
Insomma i benefici non mancano ma bisogna mangiarlo sempre con cautela. Il suo consumo è controindicato in caso di gastrite e reflusso e se si soffre di acidità di stomaco. Come per ogni cosa è importante che ci sia equilibrio. Un abuso può ad esempio danneggiare lo smalto dei denti e con il tempo renderli più scuri.