La chiave della salute mentale dopo i 65 anni d’età. Le ricerche scientifiche rivelano come promuovere il benessere psico-fisico anche durante la terza età.
L’avanzare dell’età e il conseguente invecchiamento dell’organismo comporta, inevitabilmente, affrontare sfide in termini di salute. Non si parla soltante dello stato fisico. Anche mantenere una mente attiva e vitale è fondamentale per il benessere delle persone più mature.
Una ricerca pubblicata sull’autorevole fonte della rivista scientifica Nature Medicine ha portato alla luce dei risultati sorprendenti in merito a questo argomento. Coloro che, superati i 65 anni d’età, continuano a coltivare un hobby piacevole e passioni ricreative, godono di una miglior qualità della salute mentale se paragonati, invece, a chi non pratica alcuna attività che stimoli il cervello.
Salute mentale in età avanzata: come migliorarla dopo i 65 anni
Lo studio pubblicato su Nature Magazine è basato su cinque analisi condotte in 16 nazioni differenti, coinvolgendo un numero di circa 93mila individui in età matura, ossia anziani tra 71,7 e 75,9 anni.
É emerso come il cervello rimanga attivo ed efficiente se ci si dedica a una o più attività ricreative durante il tempo libero. Tali abitudini sarebbero in grado anche di contrastare l’insorgere di patologie come la depressione. La rilevanza della scoperta è enfatizzata dalla diversità culturale delle persone coinvolte; non importa da dove esse provenissero e dal loro background. Chi riesce a coltivare un hobby, a prendersi cura di sé e a mantenere in allenamento le proprie funzioni celebrali gode di una qualità di vita superiore.
I passatempi e gli interessi da coltivare per il piacere personale in terza età possono essere molteplici, abbracciando diversi campi d’interesse in base alla propria indole: arte, artigianato, lettura, giochi, sport, danza, giardinaggio, volontariato… Ognuno di essi ha la capacità di stimolare l’immaginazione, tenendo vigili le zone del cervello che si occupano della creatività e dell’attivazione sensoriale.
I benefici psicologici e biologici sono maggiormente evidenti nel momento in cui viene stimolata anche la socializzazione, partecipando (per esempio) a gruppi più ampi di individui con interessi comuni. Molte persone anziane, infatti, hanno figli e nipoti lontani da casa o che affrontano il tran tran della vita quotidiana; la condivisione dei propri hobby contribuisce a ridurre la sensazione di solitudine e spinge le persone anziane a rifiutare l’isolamento in casa, parcheggiandosi davanti alla tv.
Ciò contribuirebbe addirittura ad avere un’aspettativa di vita superiore rispetto alla media. I risultati straordinari di questa ricerca potrebbero spianare la strada alla creazioni da parte di governi e istituzioni di programmi mirati a migliorare il benessere psico-fisico degli anziani.