Attimi di sdegno durante Romania-Kosovo, uno striscione ha richiesto l’intervento della polizia
Nella serata di ieri ha esultato l’Italia, con la vittoria contro l’Ucraina che rimette la nazionale in pista per quel che riguarda la qualificazione europea. Non si è potuto però dire lo stesso guardando su altri campi dove, come a volte accade, il calcio ha mostrato una faccia che poco c’entra con lo sport. Sono bastati 16 minuti per capire che non si sarebbe potuto procedere oltre, dopo che alcuni striscioni discriminatori sono apparsi sugli spalti della Romania. I giocatori hanno deciso di abbandonare il campo e solo l’intervento delle forze dell’ordine ha fatto riprendere l’evento.
Le questioni politiche non dovrebbero entrare in campo quando si parla di sport, tuttavia, alcune volte pare difficile riuscire in questo risultato. Ancor peggio però quando in campo entra la discriminazione, così come è successo nella partita tra Romania e Kosovo, finita poi con la vittoria dei padroni di casa che non si sono distinti solo per questo.
A scatenare il putiferio è stato uno striscione apparso tra le fila dei tifosi di casa al minuto 16, una scritta che narrava “Kosovo is Serbia” e che ha indignato i presenti. Il Kosovo, infatti, si è dichiarato uno stato indipendente e sta lottando duramente per mantenere questa indipendenza, lo striscione, quindi, ha acceso l’atmosfera ed a nulla è servito il tentativo di mediazione con i tifosi da parte dei giocatori rumeni.
Così dopo 16 minuti i kosovari sono tornati negli spogliatoi e la partita è stata interrotta per 45 minuti, ripresa poi solo dopo l’intervento della polizia che ha sequestrato gli striscioni. Una notte non di calcio quella vissuta sul campo rumeno, una notte che ci ricorda come ci sia ancora molto da fare per arrivare ad un futuro in cui rispetto e discriminazione siano protagonisti, per lo meno, quando si parla di sport.