Il nuovo giocatore dell’Atalanta ha parlato dal ritiro del Belgio degli ultimi 12 mesi: dall’esperienza in rossonero alla nuova avventura a Bergamo
Quella appena iniziata deve essere la stagione della rinascita per Charles De Ketelaere. Il trequartista classe 2001 ha scelto di ripartire, dopo la deludente stagione al Milan l’anno scorso, dall’Atalanta e soprattutto da Gian Piero Gasperini, l’allenatore in Italia lavora meglio con i giovani. L’impatto è stato più che buono per il belga che nelle prime tre giornate di campionato ha trovato il suo primo gol in Serie A nel match d’esordio contro il Sassuolo e poi anche l’assist nel turno scorso contro il Monza.
Di certo tutti si sarebbero aspettati di più dalla sua esperienza al Milan: il giocatore, la società e i tifosi. Dopo un buon esordio con il Bologna, però, l’ex trequartista del Bruges si è totalmente perso non riuscendo a ripetere quel tipo di prestazioni e perdendo, dopo poche settimane, il suo posto da titolare. Da lì in poi le cose sono andate sempre peggio e Charles è finito ai margini della squadra di Stefano Pioli. E anche quest’anno non avrebbe trovato spazio in rossonero. Per questo la scelta migliore per tutti non poteva che essere quella di una nuova esperienza. E l’Atalanta, dove Gasperini crede molto nelle sue qualità, era la meta più gradita. “Voglio mettermi in mostra nel club. Non è che non volessi andare al Psv o in altre squadre, semplicemente volevo l’Atalanta. Qui sto giocando più alto, più vicino alla porta: in questo modo posso diventare di nuovo la migliore versione di me stesso. L’anno scorso invece ero un centrocampista offensivo”, ha detto durante un’intervista dal ritiro della nazionale belga.
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Poi il classe 2001 ha voluto parlare della sua esperienza in rossonero: “Quando arrivi in un posto nuovo c’è molto da fare. Adattarti al paese, al sistema di gioco, alla lingua. Ma naturalmente, se al Milan non ha funzionato, è stata anche in parte colpa mia: non è stata la stagione che mi aspettavo, ma non me ne pento. C’era molta pressione e entrare a partita in corso come spesso mi è successo non ha aiutato. Le critiche, poi, hanno fatto il resto”.