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Fuoricampo

Roma, Panda distrutta durante la festa per l’arrivo di Lukaku: la lettera della proprietaria. “Siete..”

Ecco la pec di una donna, proprietaria della Panda distrutta da “tifosi” della Roma per vedere l’arrivo di Lukaku

In Italia, il calcio è senza mezzi termini, lo sport più amato e a volte, come sappiamo si arriva anche all’esagerazione. Forse la gran parte dei tifosi, presa da quell’irresistibile voglia di novità e vittoria, non ci pensa e le conseguenze possono causare gravi danni. 

Per seguire Lukaku scendere dall’aereo-(Foto Instagram)-sportnews.eu

La Roma, ha preso Romelu Lukaku, c’erano migliaia di tifosi a Ciampino, per veder arrivare il nuovo bomber giallorosso. Addirittura persone, salite su auto, per ricordare questo momento. E c’è chi ha subito gravi danni, come Martina Innamorati, che ha scritto una lettera direttamente alla Roma.

Martina: “Era un dono di mia nonna”

Mentre la tifoseria giallorossa era in trepidazione per veder scendere Lukaku dall’aereo privato che lo ha portato a Roma, con negozi che hanno chiuso per il grande evento, c’era anche chi lavorava, come Martina, che purtroppo ha visto la sua auto sfasciata e distrutta. 

Romelu Lukaku-(Foto Instagram)-sportnews.eu

Ecco cosa ha scritto la donna alla società giallorossa:

“Gentili signori, sono una delle “fortunate” vincitrici dell’Oscar dell’inciviltà, rappresentato ieri dai vostri tifosi in occasione dell’arrivo a Roma Ciampino del calciatore Lukaku. Possiamo dire che, a mia insaputa e con mia grandissima riprovazione e soprattutto rabbia, ho partecipato anch’io alla grande festa “pagana”, offrendo la mia macchina come gratuito trofeo per i grandi festeggiamenti del nuovo imperatore! Si, una festa pagana che, di cristiano non ha assolutamente nulla, come nelle migliori tradizioni imperiali romane, raffigurate da riti, giochi, ed anche tragici sacrifici… Una surreale ed ignobile manifestazione di barbarie, dove l’unico vero sacrificio è stato il mio, premiato dopo 12 ore di lavoro dalla devastazione della mia auto. Ma che importa, arrivava a Roma il grande campione, e tutti avrebbero portato in dono qualcosa di prezioso… Non era certamente nei miei piani, ma non per appartenenza a una fede calcistica diversa”.

Poi, continua: 

“Certamente ci sono le assicurazioni, ognuno si dovrà caricare necessariamente delle proprie responsabilità, ma a chi spetta quella etica e morale? Chi avrebbe dovuto garantire ancorché fuori dai perimetri societari il necessario coordinamento in sicurezza per un evento che, avrebbe sicuramente visto la partecipazione di un gran numero di persone e (come è accaduto) anche di molti facinorosi e violenti soggetti? Sicuramente come altri, mi dovrò infilare in quel ginepraio legale quasi senza fine, fatto di carte bollate privandomi magari per molto tempo anche di quel mezzo che, mi avrebbe dovuto garantire l’arrivo al lavoro ed il ritorno a casa. Vedete, questo mio grande sdegno non è volto alla ricerca di un atto di carità, di elemosina, o di ristoro economico per un odioso danno subito, ma è una precisa denuncia nei confronti di chi come appartenente ad una comunità sportiva non è riuscito (forse) ad infondere in maniera ancora più incisiva e educativa ai propri “sostenitori” quell’insieme di valori umani e di rispetto per gli altri, insieme ad una riflessione profonda sul concetto di cosa è bene o cosa è male. In ultimo, la mia piccola utilitaria era un dono di mia nonna alla quale ero molto legata affettivamente, ma questa è un’altra storia…”. 

Scatta spontanea, una domanda, chi pagherà l’auto a Martina?

Francesco Moscato