Dopo quattro successi consecutivi a Wimbledon il serbo ha dovuto abdicare in favore del prodigio spagnolo che ha conquistato il suo secondo slam
Una finale bellissima, emozionante, piena di colpi scena e giocate superlative che ha ricordato molto l’atto conclusivo del 2019 tra Roger Federer e Novak Djokovic. La finale dell’edizione 2023 di Wimbledon tra il serbo e il baby prodigio Carlos Alcaraz è già entrata di diritto nei libri di storia del tennis. A vincere è stato il classe 2003 al quinto set, dopo tanti ribaltamenti di fronte: primo set al 23 volte campione slam, poi rimonta dello spagnolo e quarto set ancora in favore di Nole, prima che Alcaraz si aggiudicasse il parziale decisivo.
Djokovic senza veli: “Ho qualche rimpianto, ma Alcaraz…”
Termina quindi ancora una volta il sogno Grande Slam per Djokovic che, dopo aver conquistato Australian Open e Roland Garros, sperava di scrivere il suo nome nella leggenda di questo sport vincendo in un solo anno tutti e quattro i tornei più importanti. E si interrompe anche la striscia di quattro successi consecutivi all’All England Club (2018 con Anderson, 2019 con Federer, 2020 non disputato, 2021 con Berrettini e 2022 con Kyrgios). Per Alcaraz, invece, si tratta del primo titolo sull’erba di Londra e del suo secondo titolo slam in carriera dopo lo Us Open dell’anno scorso.
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Al termine della partita il serbo ha espresso concetti molto chiari: “Sicuramente ho qualche rimpianto per non aver vinto una partita così equilibrata, specialmente per quanto riguarda il tie break del secondo set: da lì in poi la partita è passata in suo favore”. Poi la vera incoronazione: “Non mi aspettavo potesse giocare a questo livello anche sull’erba, ma con questa partita ha dimostrato di essere il miglior giocatore al mondo, senza dubbi. Il suo tennis è fantastico in tutte le superfici, quindi si merita di essere dov’è adesso”.