Napoli, perché i tifosi hanno mostrato lo scudetto al contrario: da non credere

Napoli, perché i tifosi hanno mostrato lo scudetto al contrario: la motivazione che nessuno si aspettava, che cosa è accaduto. 

Napoli tifosi scudetto
Napoli tifosi scudetto (Instagram)

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Dopo la vittoria dello scudetto, il Napoli ha festeggiato in casa contro la Fiorentina la prima gara da campione d’Italia. Un tripudio incredibile allo stadio, fatto di cori e striscioni da immortalare per sempre. E proprio in uno di questi è apparso lo scudetto al contrario che ha stupito tutti, seguito dagli striscioni “Bottino di guerra” e “Campioni in Italia”.

La curva ha voluto mandare un messaggio polemico, una sorta di provocazione spiegata in questo modo: questo scudetto è visto come un vessillo rubato agli avversari, per questo è stato definito come un bottino. Inoltre, “Campioni in Italia” e non “d’Italia” la dice lunga su tanti motivi, in primis degli insulti razzisti che spesso e volentieri si è assistito nel corso degli anni nei confronti della tifoseria azzurra.

Napoli, scudetto al contrario: il motivo è originale

Scudetto Napoli al contrario
Scudetto Napoli al contrario (screen web)

La curva, dunque, si è voluta togliere diversi sassolini dalle scarpe, protestando in maniera veemente nel giorno calcistico più bello degli ultimi 33 anni, visto che la squadra azzurra è riuscita a riconquistare quello scudetto che mancava dai tempi di Maradona. Le preoccupazioni della piazza, però, non sono finite qui: difatti, se da una parte monta la protesta dopo un anno incredibile, dall’altro si spera di capire che cosa sta succedendo tra Spalletti e la società, visto che nel corso degli ultimi giorni si è assistiti a botta e risposta che preoccupano e non poco.

In tutto questo, il Napoli si gode il meritato successo e recrimina per non aver proseguito il suo percorso in Champions, visto che avrebbe potuto scrivere ulteriori pagine importantissime della sua storia e del calcio italiano. Resta comunque il fatto che questo successo è figlio di un duro lavoro compiuto negli anni, da Giuntoli prima e da Spalletti poi, artefici dell’attuale squadra campione d’Italia.

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