Sono insorte polemiche dopo la prestazione e le rivelazioni a fine partita di Kim Min-Jae, difensore del Napoli e della Corea del Sud, dopo il match contro l’Uruguay. “Ho avuto un crollo mentale” ha detto davanti ai microfoni.
A Giugno i tifosi del Napoli era fortemente timorosi: come sostituire un perno difensivo decisivo e roccioso come Kalidou Koulibaly? La risposta è in tre parole: Kim Min-Jae. Ad Aprile infatti i supporters partenopei non temono più le incursioni avversarie; c’è il coreano a difenderle. A suon di prestazioni ottime, Kim si è preso la fiducia di tutto l’ambiente ed ora è diventato il vero pilastro difensivo del Napoli. Nelle ultime ore però si è scatenata una vera e propria bufera intorno all’orientale a causa di alcune dichiarazioni rilasciate subito dopo il match tra Nazionali contro l’Uruguay.
La partita tra Corea del Sud ed Uruguay si è conclusa sul punteggio di 1-2 per i sudamericani. Il match però ha fatto scalpore per il fuori campo più che per la sfida in sé.
Al termine del match, Kim, visibilmente provato, è stato fermato dai giornalisti per rilasciare qualche dichiarazione. Questo è ciò che ha affermato “Sono mentalmente stanco. Voglio concentrarmi sulla mia squadra (il Napoli) piuttosto che sulla nazionale. Non ho altro da dire in questo momento“. Tutti hanno pensato a quel momento un ritiro dalla nazionale sud coreana. Il difensore partenopeo sembrava essere fuori di sé: aveva abbandonato la classica cortesia, grazia ed il culto del lavoro che è sempre appartenuto alla cultura asiatica.
In seguito non ha voluto rispondere ad altra domande dei giornalisti. Solamente quando è tornato a Napoli è tornato sui suoi passi ed ha pubblicato un post sulla sua pagina Instagram. L’ex Fenerbahce si è scusato con i sostenitori della sua Nazionale spiegando che c’è stato un fraintendimento. Innanzitutto ha smentito un suo possibile ritiro. Poi ha continuato dicendo “Mi dispiace se le mie parole hanno ferito qualcuno, ma non era quello il senso. Sono un elemento rappresentativo di questa nazionale e non l’ho mai data per scontata, anche quando non stavo bene fisicamente o quando ho dovuto viaggiare attraversando il mondo pur di rispondere alla convocazione“.