Alzheimer, questa lacuna può favorire la sua comparsa: uno studio indica che cosa fare.
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Secondo un recente studio, Alzheimer e scarsa qualità del sonno sembrano essere collegati: lo ha scoperto il Centro di medicina del sonno dell’ospedale Molinette di Torino, secondo cui brevi risvegli durante il sonno potrebbero influire, nel tempo, al corretto funzionamento del sistema glinfatico, scatenando una serie di reazioni tra cui la proteina beta-amiloide, che comprometterebbe irreversibilmente le funzioni cognitive.
I disturbi emersi nel riposo notturno nei pazienti che hanno l’Alzheimer, si riscontrano gravi problematiche del ritmo sonno-veglia tra cui insonnia e apnee, di conseguenza è emerso anche l’aumento del deposito cerebrale della proteina in questione, che riduce l’eliminazione da parte del sistema glinfatico che agisce proprio durante il sonno.
Come rivelato da ‘Il Messaggero’, la ricerca stabilisce che questo tipo di dinamiche porta, alla lunga, a dei processi neurodegenerativi che compromettono la regolazione del sonno, accelerando così la progressione della malattia. Dunque, dormire bene è fondamentale perché l’azione del sistema glinfatico è quella di pulire le sostanze neurotossiche accumulate durante la giornata.
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Dunque, la qualità del sonno diventa fondamentale e ora si scopre anche il motivo: oltre a questa particolare funzione, il sonno stesso aiuterebbe a regolare il nostro metabolismo, il sistema immunitario e anche quello circolatorio, dettagli assolutamente da non trascurare e da fare nostri per uno stile di vita sempre più sano.