Dopo i casi che hanno coinvolto Juventus e Manchester City anche il club blaugrana rischia di dover finire sotto inchiesta
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Non sono mesi tranquilli per il calcio europeo. Dopo le polemiche legate al Mondiale organizzato durante la stagione da parte della Fifa e dei suoi legami con il Qatar, che avrebbe avuto un canale preferenziale per ottenere la candidatura per l’evento calcistico più importante del pianeta, altre inchieste hanno sconvolto i principali campionati d’Europa. La prima in ordine di tempo è stata quella della Juventus che ha portato una penalizzazione al club bianconero di 15 punti in classifica per l’inchiesta plusvalenze.
La società torinese ha annunciato il ricorso dopo la sentenza della Corte Federale d’Appello, ma nel frattempo è crollata in classifica, scivolando al nono posto. Settimana scorsa è invece “tuonato” in Inghilterra, dove il Manchester City è accusato di aver violato il regolamento finanziario per diversi anni: ora rischia una pesante penalizzazione e addirittura la retrocessione. E se “non c’è due senza tre”, l’ultima bomba arriva dalla Spagna. A riportarla è stato il quotidiano sportivo As: “Il Barcellona ha pagato 1,3 milioni di euro al vicepresidente degli arbitri“.
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I fatti risalirebbero agli anni 2016, 2017 e 2018 nei quali il club blaugrana, sotto la presidenza Bartomeu, avrebbe inviato denaro ad una società, la Dasnil 95, il cui socio unico è José Maria Enriquez Negreira, ex direttore di gara e poi vicepresidente della federazione arbitri spagnola. Secondo quanto emerso dall’inchiesta del fisco, la Dasnil 95 ha incassato dal Barcellona 532.728 euro nel 2016, 541.752 nel 2017 e 318.200 nel 2018.
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Per gli investigatori “il Barcellona voleva assicurarsi che non fossero prese da parte degli arbitri decisioni sfavorevoli, o altresì che tutto fosse neutrale”. Il club, tramite un comunicato sul proprio sito, si è difeso dicendo che i soldi venivano pagati per avere in cambio relazioni sugli arbitri, “pratica comune in tutte le società”.