La Roma non decolla e Josè Mourinho non sembra più convinto del progetto, prove di addio già lanciate che mettono in ansia società e tifosi
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Non c’è un attimo di tregua per la società giallorossa che ha finito la prima parte di stagione in netto calo e sembra non aver più ritrovato il controllo della situazione, dal tour in Giappone alle ultime amichevoli la squadra è sembrata più compassata che mai, ancora nessun miglioramento sul piano del gioco e solo piccoli passi anche per quel che riguarda lo svuotamento dell’infermeria. Il ritorno in Serie A a Gennaio preoccupa tutti e non poco ma adesso ci sarà un ulteriore gatta da pelare dopo i primi segni di cedimento anche dello Special One.
Si sono susseguite in questi giorni le voci sul possibile doppio incarico offerto a Josè Mourinho, allenare la Roma e contemporaneamente la nazionale portoghese sarebbe teoricamente possibile a livello di regolamento ma lo Special One è uno che non ama gettarsi in più progetti insieme ma piuttosto portare a termine i suoi obiettivi con estrema dedizione passo dopo passo.
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Lo aveva già fatto sapere in una recente intervista in cui il portoghese aveva dichiarato quanto segue: “Allenerò la nazionale quando sarò vecchio, per ora mi piace vivere di calcio tutti i giorni“. Sicuramente sarà così, ma forse potrebbe non esserlo al fianco della sua Roma con la quale sarebbe in teoria legato ancora per un ulteriore stagione.
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A preoccupare Josè Mourinho cominciano ad essere le risposte della squadra che non arrivano sul piano di gioco, stessa preoccupazione che tra le altre cose pervade anche i tifosi giallorossi. Non di certo è tutta sua la colpa, guardando alla rosa è facile infatti capire come all’arrivo di un pezzo importante sia sempre corrisposta una partenza altrettanto pesante, dai saluti di Dzeko con il rimpiazzo Tammy Abraham, passando per Mkhytarian rimpiazzato da Dybala.
La Roma “galleggia” ma non fa il salto di qualità che l’allenatore sperava dopo due anni dal suo arrivo, nemmeno gli infortuni sono dalla sua con Gini Wijnaldum mai pervenuto e sul quale il portoghese faceva grosso affidamento. Una situazione quindi da risolvere definitivamente e l’unico modo è entrare a gamba tesa sul mercato senza più mezze misure. Per questo però non sarà gennaio il momento decisivo ma arriverà a giugno, dove le parti sedute a tavolino decideranno cosa fare per il futuro, l’impressione però è che Mourinho si stia allontanando sempre di più dalla capitale che invece continua ad acclamarlo.