Formula 1, mossa inattesa della FIA: stupore generale

Brutta stangata a Lewis Hamilton e compagni, la Fia userà il pugno duro, decisione che divide ancora la piazza

Divieto libera espressione F1
Ben Sulayem e Lewis Hamilton (Foto Instagram)

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É appena finito il mondiale in Qatar, edizione tra le più discusse mai disputate soprattutto per le tante censure imposte per l’occasione. Nonostante il polverone tirato su comunque la FIA sembra intenzionata a perseguire la stessa strada della FIFA, sanzioni più pesanti per i piloti che vorranno esprimere in pista le loro posizioni, politiche, religiose o personali. Una decisione che divide ancora una volta i tifosi, soprattutto perché più che il rispetto del principio di neutralità sembra essere arrivati ad una vera e propria censura riconosciuta.

FIA aumenta le sanzioni per i piloti che prenderanno posizione in F1, che ci sia anche qui lo zampino del Qatar?

Divieto libera espressione F1
Proteste Vettel ed Hamilton (Foto Instagram)

Fa ancor più notizia che la FIA abbia scelto la linea dura nel rispetto del “principio di neutralità” per il quale nessun pilota potrà esprimere il proprio parere personale, politico o religioso sulle piste di formula1, soprattutto perché a capo della Federazione Internazionale dell’automobile c’è attualmente proprio il presidente qatariota Mohammed Ben Sulayem.

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Potrebbe quindi non essere prettamente un caso la scelta di proseguire sulla discussa strada già aperta dall’ultimo mondiale in Qatar, strada che però sicuramente non piacerà a molti piloti. Il casco arcobaleno di Sebastian Vettel non potremmo più vederlo così come le magliette con scritto “No al razzismo” indossate da Lewis Hamilton, le sanzioni altrimenti potrebbero colpire duramente le scuderie.

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Adesso staremo a vedere se i piloti accetteranno di veder minata la loro libertà di espressione oppure se continueranno le loro battaglie, lecite, nel mandare i messaggi che preferiscono, soprattutto quando inneggianti a principi morali indiscutibilmente sani. La piazza è tutta con loro, anche perché l’impressione comune è che siano ben altri i problemi sulla quale bisognerebbe porre la maggior attenzione.

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