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Scherma

Il primo titolo italiano come viatico per il futuro: la parola a Rosatelli

Come vi abbiamo raccontato, qualche settimana fa sono stati assegnati, a Courmayeur, i titoli Italiani di scherma.  

Damiano Rosatelli,Carlos Llavador, Tommaso Martini, Federico Pistorio foto Insagram

Nella gara di fioretto maschile, orfana di Daniele Garozzo (Fiamme Gialle) infortunato, a diplomarsi Campione Italiano è stato Damiano Rosatelli (Carabiniere) anche se a vincere la gara è stato Carlos Llavador, spagnolo di casa al Frascati scherma. Rosatelli, classe 1995 nato schermisticamente ad Ariccia agli ordini del Maestro Guido De Bartolomeo ed ora allenato al Frascati scherma dal Maestro Galli, vanta un curriculum di tutto rispetto avendo vinto Europei under 20, Mondiali Under 20 e le Universiadi (nel 2019).

Il lungo percorso dietro a una vittoria.

Damiano Rosatelli

Quanto tempo fa, e per quale motivo ti sei avvicinato alla scherma?

“Mi sono avvicinato alla scherma quando ero molto piccolo, a nove anni. In realtà non così tanto piccolo perché la scherma si può iniziare un po’ prima anche intorno ai 6 anni. Da piccolo, però, ho provato altri sport come il nuovo, il calcio che, però, non mi avevano appassionato. I miei genitori hanno notato la mia passione per le spade e quindi mi hanno portato nella palestra di scherma di Ariccia dove mi sono innamorato di questo sport”.

 

A che età hai capito di essere competitivo? C’è stato un episodio particolare o una gara in particolare?

“Non c’è stata un’età in particolare. Certamente verso i 14 anni ho compreso di essere abbastanza bravo ma non sono mai stato trai più bravi. La cosa per me più importante era divertirmi e, allora, era l’unica cosa che mi interessava. Una volta entrato nella categoria under 17 ho capito che potevo essere competitivo. La gara che mi ha permesso di svoltare è stata il Campionato Italiano Cadetti del 2012 che è stata la prima gara nazionale di fioretto che ho vinto”.

Quali sono gli atleti a cui ti ispiravi da bambino e quali sono quelli a cui ti ispiri oggi?

“Senza dubbi il primo nome che mi viene in mente è Andrea Baldini di cui sono ancora un suo grande fan. La prima volta che l’ho incontrato in pedana era un allenamento della nazionale over 20 è stata un’emozione immensa. Adesso che sono più grande, invece, più che essere ispirato da qualcuno cerco di rubare qualche loro segreto per cercare di essere la versione migliore di me stesso”.

Possiamo dire che nella categoria under 20 hai vinto tutto. Europeo under 20 e Mondiale under 20. Cosa ricordi di quelle due manifestazioni? Qual è stato il titolo più difficile da conquistare?

“In effetti il 2015 per me è stata un’annata splendida. Era il mio ultimo anno nella categoria under 20 ed ho vinto: il Campionato Italiano, il Campionato Europeo ed il Campionato del Mondo. Ho dei ricordi splendidi di quell’anno. In particolare dell’Europeo ricordo la gioia enorme dei miei genitori che erano venuti a vedermi. Del Campionato del Mondo, invece, ricordo la finale in cui ho sconfitto il mio amico e compagno di nazionale Francesco Ingargiola e la gioia ancora più grande della vittoria che abbiamo raggiunto nella gara a squadre”.

Com’è stato il passaggio nella categoria assoluti? 

“Il passaggio è stato duro. Una volta sono riuscito a salire sul podio in una gara di Coppa del Mondo over 20 ma certamente non è stato semplice adattarsi a una scherma estremamente fisica e in costante evoluzione”.

Le ultime due stagioni non sei riuscito a esprimere tutto il tuo potenziale ma, pochi giorni fa, hai conquistato il tuo primo titolo italiano assoluti. Raccontaci la tua gara e le emozioni a leggere il tuo nome affianco a quello di campionissimi.

“Le ultime due stagioni in effetti non sono state facili. Purtroppo non sono mai riuscito ad avere un picco cioè un grande risultato. Questa cosa è stata pesante e non l’ho saputa gestire nel migliore dei modi. Quando un atleta attraversa questi momenti non è mai semplice uscirne. Spero di aver intrapreso la giusta direzione. Spero che il titolo italiano appena conquistato possa fungere da viatico per il mio futuro. La gara è stata molto emozionante anche perché l’ho preparata in condizioni fisiche pessime perché, purtroppo, ero stato male pochi giorni prima della partenza. Sono riuscito, però, ad affrontare, e sconfiggere, dei grandissimi campioni come Giorgio Avola e Alessio Foconi e due ragazzi giovani, e promettenti come Filippo Macchi e Federico Pistorio. Sono molto contento per questo titolo e sono fiero che il mio nome rimarrà di fianco a quello di campioni immensi della scherma italiana. È di fatto un piccolo sogno si realizza”.

Quali sono i tuoi auspici per il futuro?

“Spero di continuare a migliorare e di avere ancora l’occasione per calcare le pedane internazionali per cercare di ottenere i migliori risultati possibili con il sogno di entrare in squadra. So che non sarà semplice ma mi auguro di non avere rimpianti e di dare il 100%”.

Luca Guerrasio