La pesante sconfitta dell’Italia riaccende le polemiche sull’operato del CT Mancini, forse il suo progetto si è concluso con la vittoria dell’Europeo
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E’ chiaro, il giorno dopo una sconfitta del genere è facile per tutti puntare il dito alla ricerca di un colpevole, anche questa volta lo scenario si è ripetuto come sempre, l’entusiasmo per i buoni risultati ottenuti dopo il ringiovanimento radicale della rosa è stato cancellato, in una serata dove l’Italia nulla ha potuto contro una squadra ben organizzata e stabile come quella della Germania, quale sarà la scelta giusta per il futuro?
La delusione per il mancato mondiale si fa avanti prepotente in serate come quella di ieri sera, sicuramente sarà ancor peggio quando arriveremo al primo mondiale invernale ad osservare da semplici spettatori, dobbiamo farci l’abitudine, ma per il futuro la strada giusta è questa? In molti si fanno questa domanda.
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Rinnovare è necessario, certamente, ma la scelta di Mancini di rivoluzionare la squadra che ha vinto un Europeo, può essere una reazione istintiva, dettata anch’essa dalla grande delusione e non essere necessariamente quella giusta, gli eccessi come al solito non portano a niente di buono e questo sembra essere anche il caso della nazionale Italiana.
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L’impressione è che si stia rincorrendo furiosamente qualcosa senza troppa logica, del resto è difficile per un giocatore “crescere” con la nazionale, troppo poco spazio rispetto a quello in campionato, viene fuori chiaramente quindi che il lavoro di “talent scout” deve essere operato dai club, Mancini poco può fare in questo sistema, se ne accorse Conte e lasciò prima di rimetterci la faccia.
Dopo la sconfitta di ieri quindi il monito è ancora lo stesso, operare una rivoluzione interna, magari reinserendo l’obbligo di un minimo di nazionali schierati in campo, questo forse potrebbe bastare a dar luce a talenti nostrani che necessitano di trovare continuità, una cosa che non può fare Roberto Mancini, non con il poco tempo a sua disposizione.