La finale di Coppa Italia sarà disputata tra Juventus ed Inter, ma occhio perché l’ago della bilancia pende tutto da una parte
Nella partita di ieri l’impressione è che solo gli episodi abbiano decretato il risultato che abbiamo visto, 2a0 che va strettissimo alla Fiorentina che ha mostrato numeri difficili da credere, soprattutto visto il blasone della squadra avversaria. A fare il gioco però sono stati i Viola, 68% di possesso palla e non si può dire che sia stato fine a se stesso, 17 tiri contro gli 8 dei bianconeri, 7 calci d’angolo contro 3, 5 parate di Szczesny contro una di Dragowski, insomma per la Juventus non c’è da sedersi sugli allori in vista del prossimo match.
Per gli appassionati dei numeri la partita di ieri è un evento da valutare con attenzione, la Juve vince ma non convince, il primo goal è arrivato su un errore in uscita di Dragowski che poi non arriva sulla parabola di Bernardeschi arrivata dopo uno sciagurato tentativo di alleggerimento del difensore viola, insomma non proprio un goal costruito.
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A mettersi i bastoni tra le ruote la Fiorentina ci ha pensato da sola già prima del goal con Cabral che si sostituisce a Szczesny togliendo dalla porta un goal fatto del suo compagno di squadra, quindi buono il risultato per Massimiliano Allegri ma oltre quello c’è poco altro.
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Per la finale contro l’Inter non ci si può affidare a prestazioni del genere, è vero gli eventi nel calcio contano ma l’impressione è che davanti ad una squadra solida come quella di Inzaghi difficilmente si potranno avere regali simili, i goal andranno costruiti e per molti l’esito della finale allo stato attuale delle cose è già scritto e come già detto, “c’è poco da stare Allegri!”.