Qatar 2022, scandalo lavori forzati: la clamorosa denuncia. ‘Il Fatto Quotidiano’ riporta i risultati del report Amnesty.
Qatar 2022 continua a far discutere. Dopo le polemiche sui lavori che hanno realizzato gli stadi e l’organizzazione generale del mondiale, emergono ulteriori fatti di sfruttamento dei lavoratori. Come riporta ‘Il Fatto Quotidiano’, dall’aprile 2021 sino al febbraio 2022, Amnesty International ha svolto delle indagini su presunte irregolarità dei diritti dei lavoratori tra gli addetti alla sicurezza. Sono circa 34 le persone intervistate che hanno dichiarato di esser stati costretti a svolgere il proprio lavoro in condizioni non consone rispetto agli accordi presi.
Si parte con gli orari di lavoro: dalle 60 ore previste con straordinario incluso e un giorno di riposo retribuito alla settimana, gli stessi hanno dichiarato che le ore di lavoro sono state 12 al giorno senza giorno di riposo retribuito, spesso negato dai datori di lavoro. Emergono anche le difficoltà ad accedere alle cure mediche e ai normali diritti che ogni lavoratore deve possedere per essere tutelato sul posto di lavoro.
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Alcuni addetti hanno riferito di esser stati sanzionati economicamente per aver indossato la divisa in modo non appropriato o di essersi assentati per qualche istante per alcune necessità fisiologiche, tutte situazioni non tollerate dai datori di lavoro. Come se non bastasse, sono emerse anche delle problematiche riguardanti il clima e le conseguenze del caso: lavoro forzato sotto il sole senza riparo e acqua, uno sfruttamento in piena regola che poteva costare ulteriori morti sul lavoro.
Come riporta l’articolo del quotidiano, dal 2017 sono in vigore delle leggi apposite che limitano il lavoro esterno nei mesi più caldi, una condizione necessaria per evitare che gli stessi lavoratori siano vittime del caldo. Inoltre, dal 2021 i lavoratori hanno acquisito il diritto di fermarsi se il caldo può implicare dei danni alla salute.
Il mondiale è ormai alle porte ma l’organizzazione documentata negli anni lascia molto a desiderare. Tutto ciò può davvero essere tollerabile per portare avanti un progetto ampiamente criticato e discusso che ha lasciato parecchi dubbi sulla vecchia gestione della FIFA?
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