Un duro atto di guerra, messo in atto con missili e droni, ha colpito domenica 20 marzo la città che nel prossimo weekend sarà il teatro del secondo GP del Mondiale di F1 2022: parliamo di Gedda in Arabia Saudita
Domenica 20 marzo ha preso il via ufficialmente la stagione 2022 della Formula 1, un viatico bello, spettacolare e soprattutto imprevisto. La doppietta Ferrari, il terzo posto di Hamilton e l’inopinato ritiro del campione del mondo in carica Max Verstappen hanno tenuto incollati per ore agli schermi milioni di appassionati.
Ma mentre in Bahrain era in corso il Gran Premio a 1400 chilometri di distanza, sull’altro lato della penisola mediorientale, a Gedda per la precisione, era in corso la guerra. Una guerra, quella tra Iran ed Arabia Saudita per il controllo dello Yemen di cui si parla davvero pochissimo.
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Una guerra che, nonostante il poco risalto mediatico, prosegue senza sosta e con conseguenze imprevedibili. Basti pensare che l’attacco del 20 marzo al territorio sovrano di Gedda è avvenuto con missili e droni messi a disposizione dei ribelli Houti direttamente dal governo iraniano. Una guerra asimmetrica, ma non per questo meno drammatica.
F1, il GP di Arabia Saudita non è a rischio
Gedda che da venerdi 25 a domenica 27 marzo sarà il teatro del secondo Gran Premio del Mondiale di Formula 1 della stagione. Il Circus, infatti, in queste ore si sta spostando in massa allo Jeddah Corniche Circuit a pochissimi km in linea d’aria dalla sede dell’attacco missilistico. Con tutto ciò che comporta in termini di ansia e sicurezza.
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Un dato per tutti. Uno dei principali depositi della compagnia nazionale di idrocarburi dell’Arabia Saudita, la Aramco, peraltro title sponsor della gara e main sponsor della Aston Martin è andato completamente distutto nell’attacco iraniano.
Ma nonostante questo stato di cose gli organizzatori della gara diffondono serenità e lanciano un messaggio molto netto e chiaro: “Il Gran Premio non è a rischio”. E quanto si legge in una nota ufficiale comparsa sull’account twitter del circuito. “Siamo in contatto con le autorità – si legge ancora nella nota – e confermiamo che le misure di sicurezza sono al massimo livello”.