C’è una Russia che vince, ma non è quella di Putin

Dopo decenni la Russia torna a primeggiare nel panorama tennistico Mondiale. Medvedev ha appena conquistato lo scettro di numero 1 del Mondo.

Daniil Medvedev
Daniil Medvedev

Dopo decenni in cui le cose non sono andate troppo bene la Russia è tornata a primeggiare nel mondo del tennis maschile. La scorsa settimana ad Acapulco Daniil Medvedev è diventato numero 1 del mondo per la prima volta in carriera, scalzando dal vertice Novak Djokovic e mettendo fine all’egemonia dei “Big Four” che durava ormai dal febbraio del 2004! Se a questo si aggiunge l’ascesa di Rublev, anch’esso fresco vincitore del torneo di Dubai, la Russia può dormire sonni tranquilli, e vede un futuro davvero luminoso.

Scorrendo la nuova classifica ATP, al netto degli ultimi aggiornamenti dopo la fine dei tornei della scorsa settimana, si evince come siano ben 4 i tennisti russi nei primi 30 giocatori del mondo, con Karatsev al numero 22 e Khachanov al numero 26 della classifica mondiale. In coabitazione con Spagna e Usa la Russia è la nazione che ha il maggior numero di tennisti presenti tra i primi 30 giocatori del mondo.

La Russia pulita che vince, a differenza di Putin

Vladimir Putin
Vladimir Putin

Singolare e come proprio in questo momento storico in cui la Russia vive forse la sua ora più buia dal dopo guerra, con il suo leader Putin che ha deciso di iniziare una guerra unilaterale, e che sta portando all’uccisione di civili che non c’entrano nulla con tutto ciò che sta accadendo, lo sport stia facendo brillare la luce pulita dell’est. Come espresso anche nell’ultima intervista proprio il numero 1 Medvedev si è esposto pesantemente contro questa insulsa guerra, dicendo a chiare lettere che: “noi siamo per la pace, sempre!“.

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Se al maschile le cose vanno a gonfie vele, lo stesso non si può dire a livello femminile, dove invece latitano le tenniste russe in grado di farsi notare, e l’unica giocatrice presente nelle prime 30 del mondo è la sola Pavlyuchenkova, numero 14 del seeding, che alterne grandi prestazioni a debacle clamorose.

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