L’ex leggenda tra i pali della Nazionale Italiana, Dino Zoff si è raccontato a cuore aperto e ha svelato tutto sul mestiere che l’ha reso tale.
Una carriera encomiabile nel segno dei successi e dei trofei più ambiti, archiviati in bacheca. Lui è Dino Zoff, il ‘comandante’ tra i pali della Nazionale Italiana più vincente di sempre.
Campione d’Europa nel 1968 con la maglia azzurra e Mondiale del 1982, l’estremo difensore di Mantova, Juventus e Napoli si è raccontato a cuore aperto, come non l’aveva mai fatto in precedenza.
Un mito, punto di riferimento per chiunque volesse intraprendere la carriera calcistica, Dino si è dimostrato un esempio di grande personalità e maturità fuori dal campo.
Non ha mai palesato timori, ne avuto tremolii alle gambe durante le supersfide che gli permisero di alzare al cielo sopra il ‘Bernabeu’, il trofeo internazionale degli anni ottanta
Dino Zoff, ex coach di Juventus, Lazio, Fiorentina e della Nazionale maggiore che gli ha permesso durante gli anni da calciatore di raggiungere tutti i successi possibili ha svelato in un’intervista dell’ultima ora tutte le sensazioni e le emozioni che l’hanno accompagnato durante un percorso professionale encomiabile.
Nella lunga chiacchierata con i giornalisti sportivi, i lettori hanno posto attenzione e stupore allo stesso tempo, quando Zoff si è sbilanciato nel rispondere alla domanda sul perchè la scelta di cosa voler fare da grande è ricaduta sul voler fare il portiere di una squadra di calcio.
Tanti portieri hanno voluto somigliare a lui, mentre il grande Zoff “chi ha voluto imitare o ispirarsi come modello”?
La risposta ha spiazzato letteralmente gli appassionati di calcio, i quali hanno dovuto attendere il traguardo degli 80 anni per scoprire la verità.
L’ex campione del mondo nel 1982 ha sottolineato l’assenza di informazione attraverso giornali e televisioni a quei tempi. “Per questo motivo non ho mai avuto un punto di riferimento al quale poter aspirare”.
Dunque la scelta di fare il portiere è stata una questione di hobby, “perchè mi piaceva farlo e l’ho fatto senza essere condizionato o coinvolto da nessuno”.