Elisa Longo Borghini bronzo ai Mondiali di ciclismo donne nella prova su strada. Sul circuito di Imola dominio olandese, prima la van der Breggen
La più forte della nazione cannibile: il Mondiale di ciclismo femminile su strada premia Anna van der Breggen, migliore espressione di un’Olanda che fa sempre piazza pulita di medaglie. Ma a Imola c’è gloria anche per Elisa Longo Borghini, terza. Stretta nella morsa della vincitrice e della campionessa olimpica Van Vleuten, l’ossolana non è riuscita a rispomndere subito, ma ha attaccato nel giro finale andando a centrare un bronzo che vale tantissimo.
La corsa femminile ha confermato la durezza del percorso di Imola e la possibilità di fare selezione. Lo scatto decisivo sulla seconda delle due ascese, Cima Gallisterna, quando mancavano oltre 40 km al traguardo e non si è più voltata indietro. In poco lei, che va fortissimo anche a cronometro e due giorni fa era stata oro mondiale in questa specialità, ha fatto il vuoto. Ma dietro l’Italia ha lavorato benissimo e la sua capitana ha fatto il resto. La prima delle umane, anche se nella volata a due è stata battuta dalla Van Vleuten.
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Mondiale Professionisti, tutti contro Van Aert. Gli otto azzurri di Cassani ci provano
Oggi allenamento leggero per gli uomini Elite, dopo due giorni di dura preparazione #Imola2020 #nazionaleciclismo?? pic.twitter.com/vNE5Rhc1VR
— F.C.I. (@Federciclismo) September 25, 2020
Archiviate le prime tre gare, con un oro e un bronzo per l’Italia, tutta l’attenzione sarà sulla prova in linea dei Professionisti. Il via alle 9.45 e 258 km da percorrere che, soprattutto se dovesse piovere, faranno veramente selezione e l’impressione è che non vincerà un comprimario.
Il nome più gettonato è quello di Wout Van Aert che quest’anno tha già vinto Strade Bianche, Milano-Sanremo e due tappe del Tour de France. Va forte dal 1° agosto, è in condizione mostruosa ma tutto correranno contro di lui. Come la coppia slovena Tadej Pogacar e Primoz Roglic, primo e secondo al Tour. Come Julian Alaphilippe, lo svizzero Marc Hirschi o il danese Jakob Fuglsang, vincitore de Il Lombardia un mese fa.
E l’Italia di Davide Cassani? Due capitani come Vincenzo Nibali e Diego Ulissi, altri due che possono diventarlo in corsa, Alberto Bettiol e Damiano Caruso (decimo al Tour de France 2020). Poi l’esperienza di Giovanni Visconti e Gianluca Brambuilla oltre ai debuttanti Fausto Masnada e Andrea Bagioli.