Daniele De Rossi ha in mente quello che vuole fare da grande: prima il patentino e poi in panchina, come il padre, con un sogno giallorosso
Il futuro di Daniele De Rossi è tutto da scrivere ma lui sembra avere idee chiare. Nessuna voglia di trovare per forza una panchina anche se il campo gli manca moltissimo. Così come gli manca la Roma che è stata la sua vita, con la piccola parentesi al Boca Juniors.
Ospite ad un premio in provincia di Viterbo, l’ex centrocampista e capitano giallorosso è stato chiaro e ha anche parlato della voci legate al suo arrivo a Firenze. La Fiorentina lo avrebbe voluto sulla panchina, almeno quella della Primavera per farlo cominciare. Un interesse che lo ha lusingato: “La Fiorentina è una piazza gigante, ci andrei a piedi, ma qualsiasi squadra di Serie A sarebbe già una partenza importante”. Il primo passo sarà prendere il patentino, poi spera di avere l’opportunità di tornare nella mischia.
In molti lo immaginano alla Roma che intanto ha appena cambiato proprietà. Con James Pallotta l’addio non è stato bellissimo, ma lui benedice il nuovo corso. Lui da fuori osserva e consiglia: “Non deve fare promesse che poi non potrebbero essere mantenute. In una piazza passionale come quella di Roma, accendere gli animi subito può essere un errore”.
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De Rossi come gli altri compagno del Mondiali 2006 in panchina, ecco come la pensa
Diversi di quelli che hanno vinto il Mondiale 2006 con lui in Germania adesso sino diventati allenatori anche in piazze importanti. L’ultimo è Andrea Pirlo alla Juventus, sua debutto assoluto, L’ex giallorosso pensa che sia la persona giusta al posto giusto perché anche da calciatore si capiva che avrebbe potuto fare benissimo quel mestiere.
Però dice di essere stupito che altri abbiano fatto quel percorso: “Tanti allenatori che ora stanno facendo benissimo mi hanno stupito, sinceramente non avrei puntato su di loro. Lo stesso Simone Inzaghi non avrei mai detto che sarebbe diventato un allenatore così bravo. Stesso discorso per Gattuso, dal punto di vista dello sviluppo del gioco”.