Novak Djokovic a tutto tondo su Covid, record personali e sul torneo di beneficienza che ha generato polemiche nel mondo del Tennis
Novak Djokovic torna a parlare dopo le polemiche legate alla pandemia che lo hanno coinvolto nei mesi scorsi. Il serbo, infatti, era stato uno degli organizzatori dell’Adria Tour, torneo benefico svoltosi a giugno che ha contribuito a contagiare molti tennisti, lui compreso. L’atleta però ha difeso la sua scelta: “Devo essere ritenuto colpevole per tutta la vita? Potevamo fare qualcosa di diverso, sicuramente, ma avevamo buone intenzioni e se avessi l’opportunità di organizzare di nuovo l’Adria Tour, lo rifarei”.
La competizione benefica, disputata tra Serbia e Croazia, è stata ad ogni modo organizzata seguendo le linee guida dei due governi in materia di prevenzione al Covid, ma molti giocatori hanno pagato cara la partecipazione all’evento.
Djokovic su Covid, vaccini e record
Il serbo ha poi raccontato che durante la malattia ha percepito dei sintomi lievi: durante 4-5 giorni ha avuto perdita di olfatto e palato, poi quando è tornato ad allenarsi si sentiva inizialmente senza energie. E a chi gli imputava di essere contro il vaccino ha risposto: “Il mio problema è solo se qualcuno mi obbliga ad assumere qualcosa. Sono sicuro che ci sono vaccini che aiutano le persone e aiutano a combattere le malattie nel mondo”.
Il serbo dunque, nonostante la pandemia, appare più determinato che mai ed annuncia: “Uno dei motivi per cui continuo a giocare a questi livelli è perchè voglio raggiungere il massimo nel mondo del Tennis”.
Djokovic al momento si trova negli Stati Uniti, dove disputerà prima il Masters 1000 di Cincinnati e poi lo Us Open. Viste le assenze di Federer e Nadal, il tennista punta a superare lo spagnolo vincendo il suo 20esimo slam. Inoltre è vicino anche al record di 310 settimane in testa al ranking ATP detenuto da King Roger.