Il giovanissimo attaccante del Bologna, Juwara, arrivato in Italia su un barcone. Fu scartato dall’Inter, ma è stato lui l’autore del gol che ha affossato la squadra di Conte. Una storia bellissima e incredibile, quella del calciatore rossoblu
Una storia bellissima e commovente, quella del giovanissimo attaccante del Bologna Musa Juwara. E’ stato lui a giustiziare l’Inter con un bel gol a San Siro, che ha regalato la vittoria alla squadra di Mihajlovic e lasciato i nerazzurri all’asciutto. L’attaccante arrivò in Italia a bordo di un barcone, non aveva nemmeno 15 anni ed era insieme ad altri 80 immigrati. Fu salvato da una nave tedesca e portato a Messina, dove fu accolto dalla Croce Rossa. Il 10 giugno 2016 il suo sbarco in Italia. La madre rimasta in Gambia, il nonno insegnante che – come si legge su Repubblica – difende i diritti dei più deboli. Il viaggio di Juwara era iniziato mesi prima, quando si trasferì col fratello in Senegal, e poi il viaggio tra Mali, Burkina Faso, Niger e infine la Libia. Lì il fratello più grande lavorò nei campi per raccogliere i soldi necessari al viaggio. Arrivato in Italia, il ragazzo viene portato da Messina a Ruoti, vicino Potenza. Lì comincia a giocare a calcio nel piazzale del centro di accoglienza. Lo fa per rilassarsi e divertirsi un po’, ma qualcuno della squadra locale della Virtus Avignano lo nota e lo invita a tesserarsi con gli Allievi.
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L’allenatore Summa lo accoglie in casa e diventa – di fatto – suo tutore. Juwara dimostra di avere subito grandi qualità, fa ben presto provini con Juventus e Inter, le quali – però – non rispondono. Lo nota, invece, il talent scout Francesco Grillo, che lo porta al Chievo. L’attaccante fu pagato 50mila euro in due rate. La Fifa, però, vieta il tesseramento di minori non accompagnato. L’allenatore Summa e la moglie fanno ricorso e lo vincono. Quando il tribunale dà ragione ai tutori del ragazzo, inizia la carriera di calciatore di Juwara. Il Bologna lo ha prelevato a zero un anno fa, Mihajlovic ha sempre creduto in lui. “Ho pensato di metterlo, perché quando entra fa un gran casino e speravo che quelli dell’Inter non ci avrebbero capito nulla”. Felice il ragazzo dopo il primo gol in Serie A: “Ringrazio Mihajlovic che mi ha fatto giocare. Sono contento, è un giorno che non dimenticherò mai: quello del mio primo gol in questo campionato. Il mio idolo è Hazard, ma anche il mio compagno Musa Barrow. Sono felice di lavorare con Sinisa, non molla mai e ci insegna a giocare senza paura, tenendo la palla. Ci ha detto: “Se facciamo gol vinciamo la partita. Aveva ragione, è un grande”.
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