Peter Crouch si è fermato, è ufficiale il ritiro del “lungone” inglese, famoso anche per la robot dance ad ogni sua rete ed una media gol in nazionale davvero notevole oltre alla bella compagna, la piccola bionda Abigail sempre al fianco. Una sorta di Patsy Kensit moderna.
Piterone è nato a Macclesfield, vicino Manchester. A Macclesfield è nata anche la leggenda della musica inglese ed internazionale. Parliamo del geniale Ian Curtis, leader dei Joy Division e tifoso del Man City.
Appena soffiato sopra la prima candelina era già volato con la sua famiglia a Singapore. Poi cresce in fretta in tutti i sensi e prova con il calcio svedese nel 2000 con l’Hässleholm.
Giovanili (academy) del Tottenham e primi lampi a Loftus Road con la splendida maglia del QPR, fasciato bianco e blu come la Pro Patria.
La “giraffa” albionica di ben 201 cm è esploso con la maglia del Portsmouth in coppia con l’altro gigante nigeriano Kanu. Ha giocato per ben due volte a Fratton Park, ma i tifosi non hanno mai digerito il trasferimento agli odiati rivali del Southampton!
Famosa la gara di Coppa Uefa pareggiata 2-2 con il Milan sulle sponde della Manica. Crouch, dal cognome onomatopeico che sembra ricordare quando si mangia una patatina croccante nelle mitiche bustine inglesi oppure quando si schiaccia col piede una foglia secca.
Dopo la parentesi con la mezzaluna sul cuore in maglia Pompey, il salto nel mitico Liverpool post Istanbul. Dopo la meravigliosa rimonta con il Milan di Ancelotti, i reds puntarono proprio su Crouch, Babel e soprattutto l’olandese Kuyt.
Una notte ad Anfield il nostro Peter Crouch, classe 1981, segnò una rete da favola in mezza rovesciata ed anche gli scettici sul suo fisico e la sua valenza in campo, si dovettero ricredere.
Anche in nazionale le cose andavano benone nonostante la tragica sconfitta interna con la Croazia nel nuovo Wembley. Crouch segnò come spesso faceva ma non riuscì a salvare la nave di Steve McLaren che stava affondando nonostante il famoso ombrello del manager inglese…
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22 reti in 42 caps con la maglia bianca dei tre leoni! Una media pazzesca vicina ai mostri sacri Lineker, Shearer e Rooney.
Dopo la brillante parentesi ad Anfield, il ritorno a Portsmouth e poi un bel periodo a Londra con il Tottenham. Il momento della seconda giovinezza, con tanto di pizzetto, è arrivato nelle otto stagioni con lo Stoke City, la squadra del mitico Stanley Matthews.
Ultimo giro nel suo Lancashire alla corte del piccolo ma arcigno Burnley. Pochi gettoni ma purtroppo nessuna rete in claret&blue.
Unico trofeo l’FA Cup del 2006 con il Liverpool nel suo momento magico e la sconfitta ad Atene 2007 nella finale di Champions. La vendetta greca del Milan di Maldini e Pirlo.
Unico neo: ha segnato con tutte le maglie tranne l’ultima esperienza da gennaio 2019 con il Burnley, peccato.
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