Bale rischia di diventare un caso, è quello che pensano senza alcun clamore dalle parti di Madrid. Zidane ha fatto intendere a più riprese che il gallese non rientra nei progetti futuri della squadra, anche gli acquisti sono un chiaro segnale in tal senso. Nonostante questo, il campione delle Merengues resiste: si oppone a qualsiasi ipotesi di trasferimento, sta bene in Spagna e non ha fretta di andar via.
A meno che non arrivi un’offerta irrinunciabile, un po’ come quella che l’ha portato a Madrid, ma il gallese sa benissimo che date le sue pretese le pretendenti scarseggiano. Soprattutto in Inghilterra. Far passare Bale come una “minestra riscaldata”, o peggio, al pari di un campione sul viale del tramonto è quantomeno fallace ed equivoco. Infatti, i blancos precisano che se il ragazzo volesse restare “non dilapideremo certamente il nostro patrimonio” che tradotto significa: Bale giocherà, se il tecnico gliene darà l’occasione, e dimostrerà il suo valore. Eventualmente.
C’è sempre un condizionale di troppo che condiziona la carriera di un professionista valido, ma certamente non in ascesa. Ciò a cui ci si aggrappa – essendo l’unica certezza – è un contratto che lo lega alle Merengues sino al 2022. Un patto che se dovesse rompersi forzatamente comporterebbe più beghe che altro, e il Real non può permetterselo.
Specialmente dopo una stagione terminata a fari spenti, accesi solo per testimoniare la “caduta degli dei”: i Galacticos hanno fatto la parte degli umani quest’anno ed è un ruolo che non gli si addice, per questo vogliono cambiare copione. Magari interpreti e, se questo non sarà sempre possibile, il regista dovrà fare del suo meglio per adattare gli attori indisponenti. Ogni riferimento a Zidane e Bale è puramente casuale. O forse no.