News Juventus – Maurizio Sarri ha rilasciato la sua prima intervista da allenatore bianconero al canale ufficiale della Juventus. Il tecnico ha parlato di tanti argomenti: dall’eredità di Allegri all’esperienza in Premier League.
“C’è la consapevolezza di essere arrivato in un club importantissimo. Anche il Chelsea lo era, ma qui la storia è diversa, lunga e centenaria. Le sensazioni poi le danno le persone. E qui c’è un gruppo con mentalità. La società è snella con persone compatte e coerenti“, ha esordito il tecnico bianconero.
Poi sulla voglia di tornare in Italia: “Ho scelto l’esterno l’anno scorso in maniera ponderata, poi mi sono reso conto che era un’esperienza straordinaria. Il livello della Premier è altissimo. Siamo costretti a rincorrerlo. Sperando di incominciare a migliorare e di poter tornare quello che eravamo 20 anni fa, il punto di riferimento del calcio mondiale”.
Come è nata l’idea di venire alla Juventus: “Ci sono motivazioni più personali che professionali. Ho capito che dovevo tornare a casa. La Juventus mi ha cercato con maggior determinazione. Questo mi ha convinto ad accettare una società storica con cui avevo combattuto in maniera anche forte, perché chiaramente non puoi pensare di sconfiggere la Juve se non tiri fuori il 110%. Ma questa determinazione dirigenziale mi ha convinto”.
Se le esperienze contano: “Bisogna arrivare a innescare la propria filosofia di calcio, ma più sali nella scala dei valori più bisogna rispettare le caratteristiche dei giocatori che si hanno. Le squadre sono come figli: una non sarà mai uguale all’altra“.
Su Cristiano Ronaldo: “E’ più facile per un grande giocatore fare diventare grande un allenatore che viceversa. A 35 anni, quando inizi, credi di poter incidere. Invece poi ti accorgi che sono i calciatori a fare la differenza. E’ molto più importante un giocatore per me che io per il giocatore, a meno che non incocci in un giocatore giovane che posso ancora migliore e modellare”.
Gli obiettivi: “Ho un’eredità difficile da raccogliere, sarà molto complicato ripetere i risultati degli ultimi cinque anni. Noi vogliamo dimenticarci di tutte queste responsabilità, divertirsi e far divertire. Coniugando questo cercando di allungare la sequenza delle vittorie e di risultati positivi“.
L’obiettivo Champions League: “La vivremo per quella che è. Una Juve straripante in Italia non significa che lo sia anche in Europa. La Juve straripante in Italia a livello europeo rappresenta una delle 10 società di top livello, e il fatto che in queste 10 ci siano 5 inglesi fa capire il differenziale di sistemi in cui stiamo operando in questo momento. Qui però si parla di massimi sistemi e difficoltà, però poi alla fine l’obiettivo è uno: vincere”.
Come sarà la sua Juventus: “Sarà una squadra che rispetterà le caratteristiche dei giocatori più importanti, quelli che ci fanno vincere. Vogliamo giocare più palloni possibili, ma questa è una filosofia di gioco. Ma vorrei che si mantenessero certe caratteristiche della Juve di Allegri. Quando ci giocavi contro, c’era sempre la sensazione di poter perdere da un momento all’altro, anche se stavi giocando bene. La filosofia di gioco deve essere diversa, ma non si deve perdere il 99% di positivo che c’era nel modo di giocare della Juve di prima”.
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Il livello della Serie A: “Il livello di allenatori è molto frizzante. C’è il ritorno di Antonio Conte con una società importante, l’avvento di Giampaolo finalmente in una società di altissimo livello, cosa che merita da tantissimi anni. Ancelotti a Napoli, e l’arrivo di Fonseca è da valutare con attenzione, è un ragazzo con grandi doti. A Sassuolo c’è De Zerbi che è un altro giovane emergente di talento. Noi abbiamo ancora un piccolo vantaggio rispetto all’Inghilterra:l’organizzazione societaria, tattica e tecnica, in cui abbiamo ancor qualcosa in più“.
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