Notizie calcio femminile. Sari Van Veendaal, il portiere dell’Olanda sta diventando una conferma nell’Olimpo delle grandi star. Conosciamola meglio.
La forza di una squadra di calcio si misura dall’affidabilità dei suoi simboli, l’Olanda può star tranquilla: a difenderla, in porta, c’è Sari Van Veenendaal. Più di un estremo difensore, quasi una sentenza: con lei fra i pali non passa niente. Cominciano a capirlo gli addetti ai lavori che la guardano, la studiano: impassibile, impeccabile, dietro quella sua chioma bionda entro cui sembra rifugiare le avversità.
Non è facile prendersi una squadra sulle spalle, parata dopo parata, eppure lei fa sembrare tutto facile. Anche se semplice non è per un portiere – specialmente nel calcio femminile – difendere una porta che di volta in volta trema. In special modo, di fronte alla dirompente foga di certi attaccanti. E poi quelle regole che, spesso, castrano il talento senza annichilirlo del tutto.
Van Veenendaal, gli anni al Twente come ‘nave scuola’ e poi la consacrazione
Il calcio femminile, nel nostro Paese, è in espansione ma altrove è più conosciuto, compreso. É professionismo. Sari la ricordiamo al FC Twente dove, dal 2010 al 2015, ha fatto il salto di qualità imparando come si vive da professionisti. Piegandosi alle sentenze di un mondo spietato che, se sbagli, non fa sconti a nessuno. Nemmeno se, fuori dai pali, sei la persona più rassicurante in circolazione.
Allora Sari Van Veenendal fa la conoscenza di Sander Boshker: preparatore dei portieri, quasi un maestro per lei. Le ha insegnato tutto, anche come parare i rigori. La Van Veenendaal, dal canto suo, ringrazia così: “Lui ha avuto un ruolo indiscutibile nella mia vita, mi ha insegnato tutto ciò che so. Anche a parare i rigori, mettendo i piedi nel modo giusto sulla linea di porta”.
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Una linea sottile, appunto, che può determinare un gol fatto o un gol subito. Lei, dopo gli anni al Twente, ne ha presi sempre meno. Dal 2015 la consacrazione con l’Arsenal. Poi l’exploit contemporaneo: all’interno di un Mondiale, seguito da chiunque, ecco allora che Sari incuriosisce con la stessa facilità con cui riesce ad opporsi all’ennesimo tiro. E forse il bello è proprio questo, sapere che – dopotutto – non abbiamo visto ancora niente. Che il meglio deve ancora venire.