Vincere e convincere è l’unica cosa che conta. Il bel gioco forse non basta.
Da oggi la Juventus cambia motto. Perché in panchina il pragmatismo di Massimiliano Allegri non c’è più. Si passa la alla filosofia di Maurizio Sarri, uno che fa della del bel calcio, offensivo, un principio fondamentale del ‘Sarrismo’.
Ed è questo uno dei motivi che ha spinto la società a puntare su di lui. Finora la Vecchia Signora ha vinto tanto, ma da adesso in poi bisogna fare qualcosa in più; un qualcosa che aiuterebbe a trionfare in Europa, il vero grande obiettivo di Andrea Agnelli e della società tutta. Ecco, perché solo il giocare non basta in un ambiente come quello bianconero, abituato negli ultimi otto anni a portare a casa Scudetti, Coppe Italia e Supercoppe Italiane. Insomma, convincere sì, ma anche – e soprattutto – vincere.
Sarri fra gioco e Champions League
Sarri ha tutto da perdere e questo è scontato. Si troverà di fronte all’esperienza più difficile della sua carriera. E partirà subito in salita, perché il primo obiettivo sarà convincere gli scettici. Ma sopratutto quella etichetta, un ex Napoli che in passato ha sfidato i bianconeri sotto tutti i punti di vista, è ora invece da quest’altra parte. E’ professionismo ci raccontano. Ma non è tutto, c’è poi il sogno accarezzato a lungo dai tifosi di Pep Guardiola, quando li hanno svegliati c’era il Comandante, in molti non l’hanno preso bene.
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#SarriOut è l’hashtag più in voga da settimane, così come ai tempi del Chelsea, ma la conferenza stampa di oggi ha già fatto cambiare idea a qualcuno. Per riuscirci con l’intero Allianz Stadium bisogna, sì, portare il bel gioco, ma anche vincere. Sarà molto difficile gestire pressioni e critiche in caso di periodi negativi, che sicuramente non mancheranno, soprattutto all’inizio. Per una squadra abituata ad un solo unico pensiero, il risultato, la rivoluzione tattica e di mentalità si verificherà inevitabilmente solo dopo il tempo necessario ad assimilare che questa è un’altra storia. La domanda è: quanto il mondo Juventus è disposto ad aspettare?
I tifosi sognano da anni un successo in Champions League. Allegri ci è andato vicinissimo per due volte, perdendo in finale col Barcellona prima e con il Real Madrid poi. Quest’anno, con Cristiano Ronaldo in rosa, ci si aspettava di più, invece il cammino si è fermato ai quarti contro lo splendido Ajax di Ten Hag, fresco di rinnovo contrattuale.
Da quella sconfitta è nata la nuova Juventus. Perché quella sera Agnelli si è convinto che per vincere in Europa serve un’altra mentalità e anche il gioco. Ecco Sarri quindi, per avvicinarsi alle altre e rompere finalmente la maledizione Champions.
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