Il suo gol a Torino ha messo paura agli azzurri di Mancini e durante la gara la coppia di ferro Chiellini-Bonucci ha dovuto sudare per tenerlo a freno.
Il bomber bosniaco è conosciuto anche con il nome di “cigno di Sarajevo“, dove ad inizio carriera lo chiamavano “il lampione“. Poi ha fatto strada e storia in Germania ed Inghilterra con due titoli attesi da una vita dai rispettivi club: Wolfsburg e Man City.
Spalletti lo pungolava, giustamente, a non abbassare mai la guardia e combattere su ogni pallone come i generosi Denis e Pavoletti.
La storia stava per farla anche a Roma, trascinando i giallorossi di Eusebio Di Francesco ad un passo dalla finale di Champions 2017/18!
Segna e fa segnare, è più un 9 con i pedi da 10 dicono in molti. Ma di quali dieci parlano!?
Baggio, Totti e Del Piero sono di un altro pianeta!
Forse Teddy Sheringham è stato il più simile all’ex Željezničar. Spesso indolente ma segna, apatico e continua a segnare. Bomber di sempre della giovane nazionale bosniaca, portata sulle spalle fino ai Mondiali in Brasile nel 2014.
Roma è una piazza calda e facile a prendere fuoco, ma l’empatia con Edin non è mai scoccata. Fuggito dalle moschee e dai minareti della sua città, è sbarcato nella città eterna per vestirsi di giallorosso dopo le fortune inglesi.
E’ passato da Aguero e David Silva a Perotti ed El Shaarawy. Con scazzo ferrarese con il faraone compreso nel pacchetto. Non perfetto il duetto con lo scattante turco Under ma molto bene si trovava con Nainggolan e Strootman. Dopo le loro partenze si è rotto qualcosa. La squadra è stata indebolita tecnicamente e caratterialmente. Molti, compreso Džeko, non hanno messo il sangue durante allenamenti e partite e la Roma ha iniziato a prendere gol con troppo facilità.
Si difende in 11, è noto. Edin non ha un carattere da leone alla Batistuta e difficilmente riesce a trascinare il pubblico romanista come hanno fatto Pruzzo e Voeller, anche loro criticati all’Olimpico.
Nell’ultima gara di De Rossi contro il Parma, il gigante bosniaco voleva restare in campo tutta la partita per segnare almeno una rete e staccare Balbo nella classifica cannonieri romanisti di tutti i tempi. Ranieri lo ha sostituito e lui è andato fuori di testa. Forse non ricordava che troppe volte è rimasto in campo tutti i 90 minuti nonostante le sue prove fossero mediocri e senza nerbo.
E’ stato un intero anno, ben 365 giorni senza segnare un gol allo Stadio Olimpico. Umorale e prolifico, ma con un pressing solo accennato sui portatori di palla avversari o sul rilancio del portiere. A volte sembrava sconsolato e smetteva di lottare. La scintilla scattava con un cartellino giallo rimediato in maniera grossolana. Una sorta di autoricarica!
Conte lo voleva al Chelsea nel gennaio 2018 ma alla fine restò a Trigoria per trafiggere il Barcellona e buttarlo fuori dalla Champions. Ora Conte lo aspetta all’Inter per una nuova avventura e per non far rimpiangere un certo Icardi sotto il profilo realizzativo. Impresa ardua alla sua età. Forse il suo impiego sarebbe più ideale nelle coppe europee e questo Conte lo sa bene.
EDIN GOL: Bosnia, Dzeko: “Il pareggio sarebbe stato più giusto. Io all’Inter? Vedremo”.