Antonio Conte è l’uomo chiamato dall’Inter per ridurre il gap dalla Juventus e riportare in alto il club.
L’arrivo in nerazzurro dell’ex capitano, poi allenatore bianconero, ha già scaldato i tifosi di entrambe le squadre. Il derby d’Italia si arricchisce di un nuovo capitolo e la storica rivalità s’acuisce. La Curva Nord interista ha dato un benvenuto poco rassicurante al nuovo allenatore.
Dal canto loro, i sostenitori della Vecchia Signora parlano di tradimento. In passato ci furono i casi legati a Trapattoni e Lippi. Ma Conte rappresenta l’uomo della resurrezione juventina post Calciopoli, lo tsunami che tolse uno scudetto alla Juventus e lo assegnò a tavolino all’Inter. La reazione dei tifosi è comprensibile perché i sentimenti sono incontrollabili per definizione. Conte però è un professionista e come tale può guidare anche la squadra fino a qualche anno fa considerata acerrima nemica.
La missione dell’allenatore pugliese è chiara: ridurre il gap proprio dalla Juventus, o comunque ridurlo fortemente. In primis servono i giocatori. Chiesa è il primo della lista. L’attaccante della Fiorentina ha respinto la corte del Bayern e un contratto da 7 milioni a stagione. Lui vuole restare in Italia ed è già sfida con la società di Agnelli.
Un altro giovane nel mirino Barella, centrocampista del Cagliari. In questo caso l’affare sarebbe facilitato dai buoni rapporti tra le due società: il patron dei sardi Giulini è stato consigliere del cda dell’Inter. Per l’attacco si sta facendo strada anche il nome di Dzeko. Il bosniaco dirà addio alla Roma e ha già espresso il suo gradimento per i colori nerazzurri.
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Occhio poi a Dybala, desiderio dell’allenatore leccese dai tempi in cui era ct, quando gli chiese di scegliere l’Italia come Nazionale. La Joya può trasferirsi a Milano in un ipotetico scambio con Icardi, di cui si parla da tempo. Del resto Maurito piace a Paratici e Conte sembra non voglia confermalo dopo il caos causato nello spogliatoio.
Proprio il gruppo è la base dalla quale partirà il nuovo timoniere nerazzurro. “La squadra prima del singolo”, il suo motto. Per ottenere i successi, altro elemento il lavoro duro, le sue sedute di allenamento sono note. Per raggiungere l’obiettivo il giocatore deve inoltre condurre una vita da professionista, senza eccessi con il cibo e social limitati. Atteggiamento in campo? All’attacco.
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