Mario Balotelli non esclude un suo approdo al Parma, torna sulla mancata convocazione in Nazionale e parla di razzismo, in una scuola emiliana dove è stato ospite ieri per parlare di discriminazione e integrazione.
Nazionale: “Negli anni passati non essere stato convocato mi ha fatto molto arrabbiare. Non mi chiamavano senza darmi una spiegazione. Ora ci ho fatto l’abitudine. Quando non mi hanno convocato ci sono rimasto male”.
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Mancini: “Se sono diventato un calciatore devo ringraziare Mancini e i miei genitori. Loro non mi hanno spinto verso il pallone , anzi la mia mamma mi faceva praticare il nuoto e l’atletica, perché non le piaceva il mondo del calcio. Se non avessi sfondato con il pallone? Da piccolino sognavo di lavorare in un circo perché mi piacevano gli acrobati. Amo giocare al calcio, ma odio guardarlo in TV”.
Futuro: “Non ho ancora deciso dove giocherò il prossimo anno, devo parlarne con il mio procuratore. Prima ho voglia di vacanza. Io al Parma? Sarebbe un onore”.
Razzismo: “Da piccolo ho faticato ad integrarmi. Colpa delle frasi di Salvini? Io non ho problemi con lui e secondo me dice anche delle cose giuste, ma quando tocca il problema dell’immigrazione, il modo in cui ne parla alle persone che lo votano, suscita in loro razzismo. Penso che un insulto razzista sia peggio di una coltellata. Il colore della pelle ha influenzato la mia carriera”.
Carattere: “Non mi pento quasi di nulla. Ho un carattere forte che può aver dato fastidio a tante persone, ma è un loro problema. Oggi si tende ad essere tutti uguali. Con la nascita dei miei due figli sono diventato più adulto. La prima volta che Pia mi ha chiamato papà mi sono emozionato, pensavo quasi che non si riferisse a me. Non vorrei che mio figlio Lion diventasse un calciatore. Meglio altro”.
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