Il post Gennaro Gattuso è già iniziato. Il Milan ha rinnovato la fiducia all’allenatore fino a fine anno. Se sarà o meno Champions, il divorzio fra le parti ci sarà in ogni caso.
Elliott Management vuole cambiare guida tecnica. I nomi sono sempre gli stessi: il sogno della tifoseria è ancora Antonio Conte. Secondo la maggior parte dei sostenitori rossoneri, l’ex Juventus e Chelsea sarebbe l’unico in grado di riportare la squadra ad alti livelli per una serie di motivi.
Infatti Conte ha sempre avuto la grande abilità di tirar fuori il meglio dai suoi calciatori e valorizzarli. Ricordiamo il miracolo del primo scudetto dei bianconero, vinto con una squadra certamente inferiore al Milan, quello con Massimiliano Allegri in panchina, Zlatan Ibrahimovic in attacco e tanti altri campioni.
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La presenza dell’allenatore a Torino domenica sera ha alimentato i sogni dei milanisti. Che però sembra destinati a rimanere tali. Conte ha già un accordo di massima con la Roma, anche se non ha ancora preso una decisione definitiva: sullo sfondo c’è ancora la Juventus, poi l’Inter e il Paris Saint–Germain, a caccia di un profilo importante dopo il fallimento Tuchel.
Per questione di costi e appeal, il Milan appare molto distante. La seconda scelta dei tifosi è Maurizio Sarri, che però vorrebbe rimanere in Premier League: se dovesse arrivare quarto – posizione occupata attualmente dal Chelsea – e vincere l’Europa League, Roman Abramovich potrebbe confermarlo. Ma il russo è un uomo abbastanza imprevedibile, quindi per saperne di più bisognerà aspettare la fine della stagione. I rossoneri sperano.
Più concrete invece le due opzioni Eusebio Di Francesco e Marco Giampaolo. Il primo pare quello più probabile rispetto a tutti gli altri. Ma non è un nome che entusiasma la piazza. Anzi, tutt’altro. Sui social la tifoseria è schierata contro il suo arrivo: sia per una questione tecnico-tattica che per episodi del passato.
I milanisti non hanno dimenticato quando Di Francesco, commentando le voci che lo volevano al Milan prima dell’estate del 2016, disse: “Io non vado dove c’è confusione“. Ma non è tutto. Più volte il tecnico, quando allenava il Sassuolo, si è lamentato di presunti torti arbitrali e di altre situazioni. Insomma, un atteggiamento che la tifoseria non ha dimenticato e, soprattutto, non gli ha mai perdonato.
Anche lo stesso Giampaolo non convince perché non ha esperienze ad alti livelli. Ma le ragioni della società sono molto chiare: senza la Champions League, è impossibile arrivare a nomi importanti. Ecco perché, in tal caso, bisognerà per forza ripartire da un allenatore col profilo più basso. Di Francesco piace per gli ottimi risultati raggiunti anche in Champions League con la Roma. Qualora dovesse arrivare, la sua prima sfida sarà far cambiare idea alla piazza.
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