Il Toro batte il Milan e lo aggancia in classifica. La lotta per un posto in Champions League entra nel vivo. Bagarre europea a ravvivare il campionato.
Bagarre europea, il Torino batte il Milan per due reti a zero. Adesso sono tutte lì: Milan, Atalanta e Toro. Lazio subito dietro e la Roma quarta a soli due punti di distacco. La zona Champions si fa rovente.
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I granata incantano e annientano i rossoneri – piuttosto spenti – grazie a Belotti e Berenguer. Gattuso deve tenere gli occhi bene aperti. Se non intende farsi ulteriormente condizionare da questa battuta d’arresto, la stagione milanista – malgrado tutto – può ancora dire la sua. Il quarto posto è a un passo, le pretendenti però sono molte e piuttosto agguerrite.
LOTTA CHAMPIONS COMPROMESSA – “Parliamo della partita, condannati da un episodio. Squadra viva, bisogna assumersi responsabilità. Stiamo facendo fatica, il Toro crea pericoli. Il nostro l’abbiamo fatto, ma non dovevamo essere ingenui sul rigore che ha messo in discesa”
MENO DIVERTENTI – “Abituati a soffrire prima, ora meno. Facciamo fatica, non reagiamo in allenamento. Il primo responsabile sono io e racconto quel che vedo. La squadra si impegna, ma ci divertiamo meno di due mesi fa. Pensiamo troppo e lo stiamo pagando. In questo senso non riesco a entrare nella testa dei giocatori. Io, come tutti gli allenatori, sono legato ai risultati”.
TRANQUILLITÀ CHE MANCA – “Non stiamo bene non solo fisicamente, in parte l’atteggiamento mi è piaciuto ma non basta. Ci manca la tranquillità, i risultati. In questo momento la stiamo vivendo male. Sembra che ci diamo le mazzate da soli in alcuni casi. Dobbiamo commettere meno errori in certi frangenti”.
TROPPA SEVERITÀ – “Era un errore che facevo anche da giocatore, io sono il primo autocritico. Anche se non facevamo stagioni così da anni, la nostra rosa può crescere ancora e dare il massimo. Sicuramente ho sbagliato anch’io, ma dobbiamo dare sempre il massimo. Persino nelle piccole cose”.
NUOVI CONCETTI DI GIOCO – “Si può lavorare in base alla postura del corpo quando si va a ricevere la palla, in base a come vogliamo attaccare e costruire gioco. Ho delle idee, ma ci vuole tempo e non è facile inculcare i concetti in tempo record”.