Al novantesimo minuto della gara di andata degli ottavi di finale fra Ajax e Real Madrid, sembrava tutto svanito. Il 2-1 degli spagnoli in quel di Amsterdam, non lasciava spazio alla fantasia. L’unico dato di fatto era che quella sera i lancieri avevano giocato una gran bella gara ed erano stati puniti in maniera eccessiva dai campioni in carica.
Poi la remuntada al Bernabeu, un 4-1 che è costato la panchina a Solari, poi il sorteggio contro la Juve di Ronaldo che aveva spazzato via l’Atletico di Simeone.
Ma il nuovo vecchio calcio totale stava tornando a dettare legge in Europa come negli anni 70 e nei 90 con Litmanen.
La Juve non ha vinto nessuna delle due sfide dei quarti di finale. L’Ajax è poderoso, vince in trasferta e domina nel gioco. Vince ogni contrasto e non molla mai, questo è il segreto.
Noi italiani siamo latini e quasi sempre è la pancia a dominare il nostro animo. I nordici sono freddi, lucidi e non hanno paura.
Una sola tattica: giocare a calcio, sempre e comunque!
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Possesso palla, pressing, versatilità dei calciatori ed il famoso secondo fiato, che spazza via le risorse energetiche degli avversari.
La nostra tattica, spesso vincente, è quella di non far giocare l’avversario, speculare sul risultato e non fare mai la prima mossa. Us and them, noi e loro. Come cantano i Pink Floyd.
Agire in azione di rimessa invece di proporre e produrre gioco in maniera costante ed arcigna. L’abnegazione al potere!
La giovane età, anzi la tenerissima età dei giocatori olandesi è davvero luminosa in ogni suo aspetto.
Il monte ingaggi non si avvicina neanche a quello delle prime del campionato italiano, tutte eliminate dalla Champions.
La spesa sul mercato è ridotta e parsimoniosa e loro non si intimoriscono mai, nemmeno di fronte ai fenomeni, anzi si esaltano.
Marocchini, danesi e argentini. Il blocco olandese in salsa balcanica col serbo Tadic ad inventare con il camerunese Onana in porta.
Il capitano dell’Ajax ha solo 19 anni! Ne farà 20 in agosto, in pieno calcio mercato e forse soffierà sulle sue candeline nella rovente Barcellona. De Ligt è ancora un 99, quando Solskjaer faceva impazzire i tifosi dello United nella finale del Camp Nou.
De Ligt comanda la difesa con classe, potenza, leggerezza e saggezza. Senso della posizione e lettura perfetta delle incursioni avversarie. Un fisico da corazziere con movenze che rimandano ad un mix fra Tony Adams e Sandro Nesta.
Dal mitico Rinus Michels a Ten Hag, dalla notte di Madrid nel 1969 quando nacque la leggenda del giovane Ajax sconfitto dal grande Milan di Rocco, Rivera e Prati nell finale di Coppa Campioni.
La nebbia era svanita, ormai c’era solo la luccicanza come negli anni novanta con Van Gaal e le finali a raffica contro Torino, Milan e Juventus.
Ora ci sono loro per spezzare il dominio spagnolo, il ritorno delle inglesi. L’Ajax è pronto per far impazzire di invidia i club tedeschi, i rivali del Feyenoord e puntare alla finalissima di Madrid al Metropolitano.
Ronaldo è stato eliminato dalla freschezza atletica, dalla potenza di questi ragazzi terribili pieni di energia e sempre concentrati sullo spartito per non steccare mai, nel nome del Profeta del gol, il numero 14 Johan Cruijff.
Sempre fedeli alla linea, della regola numero uno nel football: IL MOVIMENTO SENZA PALLA!
MALEDETTA COPPA: Juve-Ajax, Allegri: “Non puoi regalare certi gol, Agnelli? Parleremo del futuro insieme”.