Inter, Nainggolan: “Icardi non indispensabile. Roma? Via per colpa di Monchi”.

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Radja Nainggolan sul passato ed il presente.

Radja Nainggolan ha parlato per il Corriere dello Sport del suo attuale periodo all’Inter e di quello trascorso alla Roma. 

Caso Icardi: “In una squadra tutti sono importanti, ma nessuno è indispensabile. Mauro è forte, noi però abbiamo anche un altro grande attaccante (Lautaro, ndr) che ha fatto benissimo quando ha giocato ed è destinato a un futuro da top. Io dico che se Icardi ha avuto problemi con qualcuno, toccava a lui risolverli e non farli ricadere sulla squadra. Se n’è parlato troppo però, ora basta. Mauro si sta allenando ed è a disposizione come tutti noi. Se continua così e fa gol, è un giocatore importante. Gli ho detto quello che pensavo, ovvero che se aveva dei problemi da risolvere con qualcuno, il gruppo non poteva pagare per la sua assenza“.

Spalletti: Ha dato importanza al gruppo. Un allenatore deve essere credibile verso i giocatori e lui ha cercato di gestire la situazione nel modo migliore, facendo quello che doveva. Anche se mi ha voluto lui, io ho pagato quando ho sbagliato. E’ così che deve funzionare, per tutti. Per forza mi sento in debito e mi spiace non aver potuto dare il massimo per aiutare lui e la squadra. Forse devo cambiare qualcosa, non necessariamente il mio stile di vita fuori dal campo. Magari occorre studiare qualche allenamento particolare, lavorare di più in palestra. In estate ci penserò”.

Barella: “Non faccio l’agente, anche se in campo posso dare qualche consiglio. Nicolò è un calciatore che avrà una carriera importante e gli auguro il meglio in qualsiasi squadra giocherà, è forte e mi assomiglia pure“.

Dzeko: Prima di venire all’Inter, io sapevo già com’era Milano e lo stesso vale per lui. Come giocatore, anche se ha 33 anni, lo vedo bene, perché ha un valore indiscutibile, dà tutto per i compagni e segna tanto. Quest’anno può sembrare in calo perché i risultati della squadra ti portano un po’ giù, ma non è così”.

Zaniolo: “Per me non è un problema perché ognuno ha la sua carriera. Io ho giocato 10 anni ad alto livello, 9 bene e questo così così. Lui ha fatto 20 partite in A, 18 buone… E’ normale che si parli bene dei giovani ai quali adesso tutto viene servito su un piatto d’argento, mentre prima un ragazzo doveva dimostrare molto di più, anche solo per arrivare in Serie B. Sono contento per lui e gli auguro il meglio perché non sono invidioso di nessuno. Io penso alla mia carriera e stop. E’ facile fare una stagione buona, ma vediamo tra 10 anni“.

Totti: “Rappresenterà sempre la Roma a prescindere dal suo ruolo importante, non ha bisogno di una carica più o meno importante per dimostrare chi è. Gli auguro il meglio perché gli voglio bene”.

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Monchi: “Con lui avevo un rapporto aperto: riuniva spesso i 6-7 giocatori più rappresentativi e tutti insieme parlavamo di come fare il meglio per la società e la squadra. Mi sentivo un calciatore importante. Poi, però, ho saputo le cose che diceva di me e quelle mi sono piaciute meno. Tre giorni dopo il suo addio alla Roma, la squadra di cui diceva di essere innamorato, era già d’accordo per tornare a Siviglia. Per me questo dimostra molte cose. Senza di lui ipoteticamente avrei potuto essere ancora là o anche in un’altra squadra perché magari la Roma mi voleva mandare altrove. La mia destinazione, però l’ho scelta io perché Spalletti ha spinto per avermi ed è stata la decisione giusta”.

Segnare alla Roma: Non esulto. Firmerei subito per noi terzi e loro quarti in classifica, sono rimasto in buoni rapporti con tanti miei ex compagni e mi farebbe piacere vederli felici. A Roma ho vissuto anni indimenticabili e ho tanti ricordi belli: la scorsa stagione abbiamo raggiunto obiettivi importanti, ma le avventure finiscono e se ne aprono di nuove. Quello con l’Inter è un altro capitolo bello e ora penso solo a far bene qui”.

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