L’attaccante della Sampdoria Gregoire Defrel ha denunciato le discriminazioni subite in un’intervista a Il Corriere dello Sport
Non accennano a sgonfiarsi le polemiche relative ai cori discriminatori a sfondo razziale.
Il “caso Kean” ha provocato innumerevoli reazioni a catena, sia in Italia che all’estero.
Sulla questione si è espresso anche l’attaccante della Sampdoria Gregoire Defrel, la cui testimonianza ha destato non poco scalpore: “Qualche insulto ogni tanto è arrivato pure a me, come ad esempio “marocchino di merda”. Non ci ho fatto caso, anche perchè queste persone non sanno nemmeno che mio padre è della Martinica (isola caraibica parte dell’arcipelago delle Piccole Antille). Chi dice certe cose è poco intelligente“.
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Defrel: “Bisogna educare tifosi e società”
L’ex calciatore di Cesena e Sassuolo, si sofferma poi sulle possibili soluzioni a questa piaga del calcio italiano e mondiale: “Ho trovato molto positiva la campagna antirazzismo attuata dall’Inter dopo l’episodio di Koulibaly. La gente deve prendere posizione e lanciare messaggi. Bisogna educare sia i tifosi che la società in generale. Quella di fermare le partite è bi base una buona soluzione, ma non bisogna abusarne perchè i cretini potrebbero anche approfittarne“.
Sulle parole di Bonucci: “Le sue dichiarazioni hanno sorpreso me come tanti altri. Fortunatamente ha poi chiarito. Ad ogni modo, non voglio commentare cose che non mi riguardano”.
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