Balotelli, Ogbonna, Okaka e Kean: sono i nostri italiani d’Africa.

Balotelli
Gli italiani d’Africa

In Italia c’è un nuovo fenomeno: Moise Kean. Con la Juventus e in Nazionale: l’attaccante ha battuto record su record e non ha intenzione di fermarsi. Ieri ha segnato ancora, contro il Cagliari, dopo le due reti con la maglia azzurra.

Prima contro la Finlandia, poi il Liechtenstein: è il più giovane ad aver realizzato due gol di fila con la maglia dell’Italia. Speriamo sia di buon auspicio per il futuro. Un talento del genere, che è sempre al posto giusto e al momento giusto, va preservato e valorizzato.

Moise è a tutti gli effetti un calciatore italiano, nato da genitori originari della Costa d’Avorio, i quali si stabilirono a Vercelli nel 1990. Lui nacque dieci anni più tardi. Ma non è il primo calciatore nero ad aver vestito la maglia azzurra. E anche gli altri, proprio come lui, hanno subito vergognosi attacchi razzisti da parte di alcuni gruppi di tifosi.

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Il caso più eclatante è sicuramente Mario Balotelli, anche lui come Kean nato e cresciuto in Italia, ma da genitori di origini ghanesi. Ha esordito il 10 agosto del 2010 contro la Costa d’Avorio e ha segnato il primo gol nel novembre del 2011 contro la Polonia. Bersaglio costante, anche per la sua spiccata personalità. “Il mio capitano è di sangue italiano“, recitava uno striscione apparso in Italia-Arabia Saudita in risposta alla proposta di dare la fascia da capitano allo stesso Balotelli .

Una frase ricca di ignoranza visto che, l’attaccante è nato a Palermo ed è cresciuto a Brescia. Ma questo è soltanto uno degli episodi di razzismo che il calciatore del Marsiglia ha dovuto subire in tutti questi anni.

Problemi anche per altri due giocatori di colore che hanno vestito l’azzurro dell’Italia: Angelo Ogbonna, difensore oggi in forza al West Ham, e Stefano Okaka. Fu convocato per la prima volta, come per Balotelli, da Cesare Prandelli nel 2011. Anche lui è nato in Italia da genitori originari della Nigeria. Okaka ha le stesse origini del difensore: nel 2007 ottenne la cittadinanza italiana raggiunta la maggiore età e ha debuttato in Nazionale con Antonio Conte nel 2014.

Parliamo di quattro ragazzi che hanno dei forti legami con quella parte dell’Africa Subsahariana. Figli di immigrati, cittadini regolari che da anni vivono e lavorano in Italia. Sono nati e cresciuti qui, il loro sangue è italiano. Ma non rinnegano le origini, anzi: è la loro forza. In campo e fuori. E’ l’arma per combattere questa brutta malattia che è il razzismo.

Negli altri paesi è pratica normale vedere tanti calciatori di colore in Nazionale. L’Inghilterra ad esempio, con i vari Joao Sancho, Hudson-Odoi e Raheem Sterling (di origini giamaicane) vero e proprio attivista del movimento anti razzismo in Gran Bretagna. Senza parlare poi della Francia, che può contare su tantissimi calciatori provenienti dalle colonie africane: nel 98′ addirittura era l’unica nazionale al mondo a poter schierare due formazioni distinte, una bianca e una nera, entrambe fortissime. Ma anche l’ultima Francia campione del mondo è ricca di calciatori di colore. Una risorsa inesauribile e preziosa da difendere con forza. NO AL RAZZISMO!!!

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